ROMA – Il 2 luglio mi sono dimesso da segretario generale aggiunto della Fnsi e consigliere di amministrazione della Casagit, oggi mi dimetto da componente della Giunta esecutiva Fnsi e venerdì prossimo rassegnerò, in Consiglio Direttivo, le dimissioni da segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria. Tutte le cariche sono, infatti, incompatibili con quella di consigliere di amministrazione dell’Inpgi, carica alla quale sono stato eletto il 1 luglio scorso nella lista “Stampa Libera e Indipendente”.
Una scelta non certo di comodo, considerato che l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani rischia seriamente il commissariamento se, entro il 31 dicembre prossimo, non riuscirà a trasmettere ai ministeri vigilanti un bilancio tecnico attuariale che attesti l’esito delle iniziative di risanamento intraprese.
Una scelta difficile, ma necessaria nel momento più drammatico per l’Inpgi e la professione giornalistica, sempre più devastata da una crisi strutturale che impone un radicale cambiamento di rotta rispetto ai modelli tradizionali.
Una scelta sotto molti aspetti obbligata, considerato che dignità e rispetto per la diversità delle idee per alcuni non costituiscono valori da salvaguardare, ma rappresentano, piuttosto, ostacoli – scomodi e ingombranti – al rafforzamento del pensiero unico.
Un grazie di cuore a tutti gli amici colleghi della Calabria che, in questi anni, con passione, amore e sacrificio, hanno fatto di una delle regioni più difficili e controverse del nostro Paese la terza realtà della Fnsi, dopo Lombardia e Lazio, standomi sempre vicini nella buona e nella cattiva sorte. Un sindacato forte, quello della Calabria, che proseguirà il suo lavoro al servizio dei colleghi senza distinzione alcuna, come è sempre avvenuto.
Un grazie di cuore a tutti gli amici colleghi di Stampa Libera e Indipendente, con i quali ho condiviso idee, progetti e speranze e senza i quali non avrei, non avremmo raggiunto gli importanti traguardi sotto gli occhi di tutti e, soprattutto, non avremmo costruito quell’importante rete nazionale, cementata dall’amicizia e dalla lealtà.
Un grazie di cuore a tutti gli amici colleghi di maggioranza e di opposizione dei vari istituti di categoria, con i quali è stato piacevole ed entusiasmante lavorare, al di là di ogni steccato, per il bene comune della categoria. Un grazie particolare agli amici colleghi della Casagit, nella quale l’unità d’intenti e la volontà di impegnarsi per la salute ed i valori autentici della categoria hanno quasi sempre cancellato l’assurda linea di confine tra maggioranza e opposizione.
Un grazie di cuore a tutto il personale della Fnsi, una famiglia vera e sincera che rimarrà sempre nel mio cuore e senza la quale Corso Vittorio Emanuele II, 349 sarebbe un edificio gelido, sterile e vuoto. Un nome su tutti: Giancarlo Tartaglia, un padre, un fratello, un amico, un Maestro. Un patrimonio al quale la categoria non deve tanto, deve tutto.
Senza lui, tanti colleghi non avrebbero avuto gli strumenti contrattuali necessari a tutelare lavoro e diritti. Senza lui e i suoi preziosissimi appunti, tanti dirigenti non avrebbero neppure aperto bocca in molteplici occasioni importanti.
Grazie a tutti coloro che, da un capo all’altro dell’Italia, mi hanno dimostrato amicizia e affetto, specie in questi giorni di inevitabile disorientamento. Attestazioni di stima e sentimenti di compartecipazione, alcuni inaspettati, che rafforzano la mia convinzione di non aver speso invano diciotto anni della mia vita senza orari e senza soste.
Chiedo scusa, infine, se, involontariamente, ho fatto torto a qualcuno, non riuscendo a rispondere ad una richiesta o a soddisfare una necessità. Ci sarebbero voluti giorni ancora più lunghi, ben oltre le 24 ore, e facoltà sovrumane. Ed io non sono un santo, ma un semplice giornalista che, negli ultimi 18 anni dei 35 di carriera, ha associato l’attività sindacale a quella professionale con la soddisfazione di essere riuscito a convincere tanti colleghi a fare quello “scatto di dignità” necessario per svolgere questo mestiere a testa alta.
Il mio ultimo grazie lo dico a Dio per avermi concesso il privilegio di condividere con tante persone, vere e sincere, la passione per il giornalismo e la volontà mai doma di tutelare i diritti di quanti vogliono crederci ancora in questo nostro prezioso e disgraziato mestiere. Quelle persone vere e sincere che, comunque, mi vedranno sempre al loro fianco. (giornalistitalia.it)
Carlo Parisi
Grazie Carlo per l’accorato saluto e le necessarie dimissioni.
Ti auguro buon proseguimento di lavoro nella tua nuova mansione e ti abbraccio forte.
Mi chiamo Gianfranco De Franco. Sono un giornalista in pensione, ex dipendente di Finedit prima e di Eps dopo, gli editori del Quotidiano della Calabria e del Quotidiano del Sud.
Sono stato (quasi) sempre nel Cdr dei due giornali e (quasi) sempre nel direttivo regionale del Sindacato guidato da Carlo.
Ho avuto (e ho ancora) un rapporto molto franco con Carlo e posso senza tema affermare che la sua passione e la sua capacità di leadership sono stati determinanti nella contrattualizzazione dei giornalisti del Quotidiano nell’ormai lontano 2005. E’ quello che un sindacalista deve fare. E Carlo lo ha fatto molto bene. Ho sempre apprezzato Carlo anche quando abbiamo avuto visioni diverse. L’ho sempre sostenuto anche quando le nostre strategie non coincidevano. E’ stato un grande onore lavorare con lui e raggiungere risultati importanti e soddisfacenti. Penso che tutti le giornaliste e i giornalisti del Quotidiano debbano essergli grati come io gli sono grato.
Gli auguro grandi successi personali e sono certo che il suo ruolo in Inpgi sarà importante e decisivo per trasformare l’Istituto in uno strumento pronto ad affrontare e a vincere la difficile sfida di un futuro incerto.
Grande Carlo, ottimo professionista, leale, onesto e trasparente.
Ho seguito Carlo sin dai primi passi della sua carriera giornalistica, quando insieme esordivamo al Giornale di Calabria di Peppe Soluri scalando montagne (non solo di carta) in una terra che allora, come oggi, aveva più che mai bisogno di “informazione” libera e di qualità per risollevare le sue sorti. Ho continuato a seguirlo negli anni successivi, apprezzando la sua passione e l’impegno nell’attività sindacale, la serietà con cui un calabrese sa affrontare le sfide più difficili. In bocca al lupo a Carlo allora per il suo nuovo incarico all’Inpgi, con la certezza che anche in questo ruolo saprà fare valere le sue doti migliori, umane e professionali.
Grazie, Carlo! Sei prezioso.
Buon proseguimento di lavoro nel nuovo delicato impegno. Un forte abbraccio.