ROMA – Qual è «la situazione reale dei crediti maturati dai giornalisti aventi titolo a percepire la indennità cosiddetta ex fissa, sia ante 2015 che dal 1° gennaio 2015, data di entrata in vigore dell’accordo 24 giugno 2014 di gestione speciale» e quali iniziative, per quanto di rispettiva competenza, il ministro dell’Economia e delle Finanze e il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali intendono adottare «al fine di salvaguardare una forma di risparmio costituzionalmente garantita dei giornalisti in attività e in pensione beneficiari del Fondo integrativo ex fissa»?
A chiederlo ai ministri Daniele Franco e Andrea Orlando è il deputato giornalista Emilio Carelli (Coraggio Italia), ricordando che «l’ex fissa è una prestazione previdenziale integrativa di natura contrattuale».
«Le parti sociali – ricorda Carelli – dall’aprile 2009 avevano introdotto all’Inpgi un Fondo contrattuale addizionale (0,60% della retribuzione imponibile, di cui 0,50% a carico del datore di lavoro e 0,10% a carico del giornalista dipendente) a contabilità separata, per far fronte alle finalità sociali che le parti, nell’esercizio delle propria autonomia, valuteranno come meritevoli di tutela». Fondo che, a giudizio del parlamentare, «dovrebbe avere una dotazione attiva di circa 40 milioni di euro».
Da ricordare che il Fondo integrativo contrattuale (ex fissa) è un trattamento previdenziale integrativo alimentato da uno specifico contributo a carico degli editori, secondo le condizioni previste nell’ultimo accordo sottoscritto il 24 giugno 2014 tra la Fieg e la Fnsi, e nella successiva Convenzione del 31 luglio 2014, entrata in vigore dal 1° agosto 2014. Il ruolo dell’Inpgi è quello di gestire per conto terzi il Fondo che ha una propria contabilità separata. (giornalistitalia.it)