ISCHIA (Napoli) – E’ cambiato il rapporto tra l’informazione e il mondo della politica. La politica tende di più a parlare con la gente e a superare la mediazione dei giornali, anche attraverso i social network. I giornali tendono ad un rapporto più alla pari con la politica, meno subordinato, quasi più distaccato.
Ci sono stati errori fatti dalla politica, ci sono state cose non viste dai media. Ed oggi sembra che si sia cambiato verso, per entrambi. E’ su questo che la 35ª edizione del Premio Ischia internazionale di giornalismo ha voluto concentrare la sua attenzione. Lo ha fatto con un confronto, moderato da Paola Saluzzi, tra Paolo Mieli, i direttori dell’Ansa, Luigi Contu, del Tg1, Mario Orfeo, di Sky TG24, Sarah Varetto, e di Rai3, Andrea Vianello.
E’ a metà della Seconda Repubblica che per Paolo Mieli qualcosa è cambiato. “Prima i grandi leader forti – ha spiegato – che si rapportavano ai media attraverso i loro rapporti preferenziali, attraverso i direttori dei giornali, consideravano i media parte importante del loro potere, c’erano rapporti scuri con l’informazione. Poi qualcosa a metà della Seconda Repubblica è’ cambiato, i media si sono affrancati, l’impasto di vecchi media e internet ha creato un giornalismo più forte, nessun uomo politico fa veramente paura, se non forse nei ranghi minori della Rai”.
Un linguaggio della politica che è cambiato e che, di conseguenza, ha in qualche modo fatto cambiare anche il linguaggio del giornalismo, a detta di Orfeo: “Basta guardare alla fine del pastone politico, ad esempio, o alla fine del retroscena a tutti i costi. C’è stata maturazione del linguaggio”. E se per Varetto la politica cerca di saltare sempre di più la mediazione dei giornali “con messaggi mandati direttamente alle persone a casa e con l’utilizzo dei social network”, per il direttore dell’Ansa, Contu, continua ad esserci “l’interesse di una fetta della popolazione per i canali di approfondimento e, dunque, per i canali di informazione tradizionale”.
Un rapporto tra informazione e politica che potrebbe essere ulteriormente cambiato anche – questo l’appello del mondo della tv – da ”un necessario cambiamento della legge sulla par condicio”, le cui regole “creano frustrazione per chi fa televisione pubblica”, dice Orfeo e le cui regole “si spera nella prossima campagna elettorale non ci siano più”, aggiunge Vianello. (Ansa).
Al Premio Ischia di giornalismo si è parlato del nuovo linguaggio e dei nuovi strumenti