ROMA – «Noi non riceviamo contributi. Mi dispiacerebbe per quelle aziende che invece ricevono contributi importanti, tipo l’Avvenire o lo stesso Libero, che in questo caso avrebbero un forte ammanco nel bilancio e questo sarebbe un peccato».
Lo ha detto il presidente e ad di Rcs, Urbano Cairo, a margine del Premio Cairo 2018, rispondendo ad una domanda dei giornalisti sull’ipotesi di tagli dei contributi all’editoria.
«Se ci sono quei contributi – ha aggiunto – evidentemente qualche titolo ce l’hanno e sarebbe un peccato toglierli, tenendo conto che questi contributi una volta erano 180 milioni e adesso sono scesi in maniera molto importante a 60. Quindi direi che sono davvero ridotti al minimo».
In quanto ai numeri in “casa” Rcs, «abbiamo avuto un semestre buonissimo, adesso ci sarà il cda che comunicherà i risultati
dei nove mesi, però, direi bene, ottimamente».
Ad una domanda sul debito di Rcs, Cairo ha detto: «Noi, scendendo sotto i 200 milioni di euro, facciamo già dei passi in avanti notevoli, soltanto due anni fa quando io arrivai erano 430 milioni. L’obiettivo è quello di azzerare il debito, a meno che non ci siano opportunità talmente interessanti da fare investimenti ulteriori in attività editoriali, vediamo se ci saranno opportunità le valuteremo».
Su ipotesi di dossier aperti, Cairo ha concluso: «Finchè i dossier non si chiudono in senso positivo, non ha senso parlarne». (ansa)
L’ad di Rcs: “Noi non ne riceviamo, ma altre aziende avrebbero un forte ammanco”