ROMA – «Oggi è caduto un muro. È la fine del monopolio anche se qualcuno ancora fatica ad accettare la nuova realtà fatta di pluralismo anche sindacale». Sottolineando che «oggi è una giornata storica per la Rai», il sindacato UniRai Figec Cisal “liberi giornalisti Rai” rileva che «chi pretendeva di imporre la sua visione alla totalità dei giornalisti Rai è stato sonoramente sconfitto. Impari la lezione di democrazia. Si dia una calmata ed eviti di continuare a coprirsi di ridicolo».
UniRai afferma che «c’è chi sta passando la giornata a cercare di intralciare il lavoro di chi legittimamente non ha scioperato. Può andare a casa. Tutto inutile. Hanno lavorato tanti colleghi non iscritti al nostro sindacato che non ha voluto boicottare nulla».
«In presenza di più sindacati – conclude UniRai Figec Cisal – se si vuole avere la riuscita della protesta ci si confronta prima. Ma per farlo serve maturità. Serve accettare l’idea che esista un pensiero diverso. Serve meno arroganza e più rispetto per le idee di tutti».
UniRai evidenzia, infine, che «grazie alle inviate di Unirai Elena Sorci (Tgr Sicilia) e Carlotta Ricci (Rainews) e a tutti i colleghi oggi in redazione, a svolgere ruoli di line, servizi, conduzioni in studio, è stato possibile al servizio pubblico coprire tempestivamente con l’edizione straordinaria del Tg1 e con i collegamenti per Rainews24 la tragedia avvenuta a Casteldaccia, nel palermitano.
«Esprimiamo solidarietà e vicinanza ai familiari delle vittime. Sono queste le tragedie sul lavoro che – conclude UniRai – richiedono la mobilitazione dei sindacati invece di inseguire fantomatiche censure e finte emergenze democratiche». (giornalistitalia.it)
Francesco Palese (UniRai): “È finito il monopolio sindacale.
In Rai siamo 350 iscritti ed è falso che siano solo graduati”
ROMA – «In tutto il mondo, in tutte le aziende e in tutte le categorie professionali esiste il pluralismo sindacale. Se si vuole avviare una protesta ci si confronta con gli altri soggetti sindacali, non li si insulta ogni giorno.
Io spero che finalmente la smettano con la delegittimazione di chi ha un pensiero diverso e si cominci il confronto perché il monopolio è finito. Il muro è crollato e abbiamo dimostrato di essere un sindacato vero, nonostante i continui tentativi di insultarci, solo una perdita di tempo». Lo dice all’Ansa il segretario di UniRai, Francesco Palese, che contesta le ragioni dello sciopero proclamato oggi da Usigrai.
«Noi però – prosegue – non abbiamo boicottato nulla. Ci sono sentenze della Corte Costituzionale sui servizi pubblici essenziali che tutelano il servizio e di conseguenza chi decide di non scioperare. Tutto quello che è andato in onda è stato realizzato nel rispetto rigoroso del contratto che prevede un ruolo dei vari Cdr che nessuno ha mai messo in discussone come è normale che sia».
«Non mi pare – sottolinea ancora – che ci sia stato il tentativo di stravolgere l’organizzazione del lavoro. Ho visto servizi da Parigi, Gerusalemme, Mosca e molti non iscritti al sindacato, come Nicoletta Manzione, Liana Mistretta e tante altre firme, che non sono iscritte al nostro sindacato, ma sono semplicemente stanche di un sindacato che fa solo politica. Qui, invece, c’è un’azienda da mandare avanti e da risanare».
Palese nega che la reazione di oggi dimostri che i notiziari possono essere realizzati anche con meno personale. «Oggi – sottolinea – in molti hanno lavorato, ma la Rai va avanti con numeri molto simili di giornalisti in qualsiasi giorno festivo. Anzi al Tg2 c’è più gente oggi rispetto a un giorno festivo. Devono smetterla di dire queste cose».
«Sulle rivendicazioni economiche – aggiunge Palese – possiamo discutere. Abbiamo già scioperato due volte contro l’azienda, a dimostrazione che definirci una sigla aziendalista è un’altra castroneria».
«Siamo arrivati a 350 iscritti – spiega ancora il segretario di UniRai – ma cresceranno. Siamo qui da quattro mesi, gli altri da 40 anni. Mi dispiace che ci siano tantissimi tentativi di insultarci. Anche quella sui 16 soli iscritti non graduati è una balla spaziale. Qualcuno ha evidentemente un elenco degli iscritti, ma è sbagliato. I direttori iscritti si contano sulle dita di una mano e i graduati rispettano le percentuali dell’organico, nessuna anomalia».
«Se avessimo fatto sciopero insieme – conclude – non sarebbe andato in onda nulla, volevano dimostrare che siamo abusivi e non ci sono riusciti». (ansa)
Michele Cassano