Milo Yiannopoulos del Breitbart News, incendiario esponente “pop” del trumpismo

Bufera sul giornalista che difende la pedofilia

Milo Yiannopoulos

Milo Yiannopoulos

Donald Trump

Donald Trump

WASHINGTON (Usa) – Bufera su Milo Yiannopoulos, incendiario esponente “pop” del trumpismo e una delle penne di spicco del sito di ultra-destra Breitbart News. La Conferenza per l’Azione Politica Conservatrice (Cpac), a cui interverrà venerdì il presidente americano, Donald Trump, ha ritirato l’invito al giornalista greco-americano dopo la diffusione di un video in cui scherza sulla pedofilia, prendendone le difese.
“A causa della pubblicazione di un video offensivo nelle ultime 24 ore che approva la pedofilia, l’Unione Conservatrice Statunitense (Acu) ha deciso di annullare l’invito”, ha annunciato in un comunicato Matt Schlapp, presidente del gruppo che organizza l’evento.
Provocatore nato, votato al “politically uncorrect”, Yiannopoulos lavora a Breitbart News, il sito che è stato a lungo guidato da Steve Bannon, attuale capo della strategia della Casa Bianca. All’appuntamento della destra conservatrice, che si terrà tra il 22 e il 25 febbraio in un centro convention in Maryland, vicino a Washington, parteciperanno Trump e numerosi tra i suoi più stretti collaboratori: il vicepresidente Mike Pence, il capo di gabinetto, Rience Priebus, e Bannon stesso, insieme al senatore texano, Ted Cruz, e il governatore di Wisconsin, Scott Walker.
La polemica è scoppiata per un video in cui Yiannopoulos scherza su un incontro sessuale avuto quando era adolescente con un sacerdote cattolico e poi minimizza la gravità degli abusi sui minori, sostenendo che “l’attrazione sessuale per una persona di 13 anni che è sessualmente matura non è pedofilia”. Spiega che i rapporti sessuali tra “ragazzi più giovani” e adulti possono rientrare in una sorta di “relazione di crescita”, “in cui gli uomini più anziani aiutano a scoprire i giovani chi sono”. E poi aggiunge: “Sai una cosa? Sono grato a padre Michael. Non farei sesso orale così bene se non fosse per lui”  Yiannopoulos si è difeso su Facebook: “Non difendo la pedofilia. Punto”, ha assicurato, definendolo un crimine “disgustoso”.
Il giornalista ha affermato che gli spezzoni della registrazione sono “selezionati”, suggerendo che si tratti di una manovra dell’establishment repubblicano per screditarlo. È ritornato più tardi sulla questione, ricordando che è stato egli stesso vittima di abusi sessuali e così spiega l’accaduto: “Considerate le mie esperienze come vittima, ero portato a credere che potessi dire qualunque cosa sull’argomento, non importa quanto scandaloso”. Ma non è bastato. La Casa editrice Simon & Schuster ha cancellato la pubblicazione della sua autobiografia, “Dangerous”, per la quale gli aveva già versato 250mila dollari. Persino Breitbart news, ha rivelato l’emittente Fox, sta pensando di licenziarlo.
Yiannopoulos a inizio febbraio era stato il protagonista di un’altra polemica in cui era intervenuto lo stesso Trump. All’University of California di Berkeley erano scoppiati tafferugli e proteste perché era previsto un suo intervento a un convegno: e il giorno seguente, Trump aveva minacciato di tagliare i fondi federali al prestigioso ateneo che impediva “la libertà di parola”.
Nato ad Atene nel 1983 e cresciuto nel Kent, in Inghilterra, Yiannopoulos è considerato un provocatore sessista e razzista. Gay, cattolico e ultraconservatore è una star di Instagram diventato un sostenitore acceso di Trump, che durante la campagna elettorale chiamava «babbo»”. È considerato uno dei volti più rappresentativi di alt-right (alternative right), la destra anti-semita, islamofoba e populista che si presenta come un’alternativa al tradizionale conservatorismo americano. (agi)

 

 

 

 

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