Le avrebbe provocato fratture a naso, costole e piede: a giugno il processo in Italia

Botte alla moglie giornalista, gendarme a giudizio

Gendarmeria vatcanaCITTA’ DEL VATICANO (Vaticano) – Sarà processato in Italia il gendarme del Vaticano accusato di aver picchiato la moglie e di averla anche minacciata con un martello. Il militare è stato, infatti, rinviato a giudizio per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate da futili motivi.
Il processo si terrà il prossimo 13 giugno davanti al giudice monocratico. Se condannato, il gendarme successivamente subirà anche un provvedimento disciplinare in Vaticano.
Il militare del Corpo della Gendarmeria, che ha 39 anni ed attualmente presta servizio disarmato presso un’amministrazione vaticana, in almeno quattro circostanze avrebbe aggredito la moglie, una giornalista televisiva (in forza a Tv 2000, la tv dei vescovi, ndr), colpendola e procurandole un trauma cranico e fratture al naso, costole e ad un piede.
I fatti risalgono all’agosto del 2016 e sono andati avanti fino al febbraio del 2017. In particolare il 18 settembre del 2016, al culmine dell’ennesima lite, il gendarme avrebbe impugnato un martello minacciando la moglie di morte. (agi)

«PIENA COLLABORAZIONE DALLA GENDARMERIA VATICANA, CHE LO HA ESPULSO»

L’uomo ora rischia almeno 40mila euro di risarcimento e una pena detentiva definita “elevata” a causa della “continuità e dell’aggravante”.
L’avvocato della donna, il penalista Piergiorgio Assumma, conferma che  «c’è stato il rinvio a giudizio per il gendarme che aveva picchiato la moglie, è stata fissata l’udienza al 13 giugno al Tribunale monocratico».
Piena collaborazione, fin dall’inizio, da parte della gendarmeria vaticana: «Un ringraziamento speciale e dovuto – dichiara Assumma – va al comandante della Gendarmeria Vaticana, Domenico Giani, perché fin da subito con fermezza, professionalità e integrità, ha messo in sicurezza la mia assistita e le ha dato anche assistenza psicologica, tranquillizzandola, durante tutte le fasi dell’indagine che erano di competenza dello stato italiano. Da subito al soggetto è stata ritirata l’arma di ordinanza, sospeso in primis dal Corpo della Gendarmeria, e ora c’è stata l’espulsione definitiva dal Corpo della Gendarmeria».
In quanto alla giornalista, «ha ricevuto danni di tipo psico-fisico e meccanico – sottolinea il suo legale – e poi ansia, depressione da stress post-traumatico per quanto riguarda l’aspetto psicologico, per quel che concerne gli altri danni, li dimostreremo in dibattimento». (askanews)

I commenti sono chiusi.