BOLOGNA – Un incontro ricco di spunti e opinioni, quello che si è svolto nei giorni scorsi a Bologna convocato dell’Ungp dell’Emilia Romagna per discutere con il presidente nazionale Guido Bossa le ultime vicende riguardanti la stato di salute dell’Inpgi, della Casagit e, ovviamente, del sindacato giornalisti pensionati.
Gli intervenuti (una ventina i presenti) hanno preso atto con molta preoccupazione del pesante disavanzo dell’istituto previdenziale in attesa che il nuovo Cda e il nuovo Consiglio generale prendano le misure idonee a rimettere in carreggiata l’istituto. Misure che la nuova presidente, Marina Macelloni, si è impegnata a presentare il prossimo autunno.
Un fatto comunque sembra accertato e cioè, come ha sottolineato Bossa, che non si interverrà sulle pensioni dei giornalisti con un “prelievo forzoso”, come invece aveva deciso il precedente Cda nel luglio dell’anno scorso anche per sottrarsi al rischio di infiniti contenziosi giudiziari.
La proposta che l’Ungp lancia in questo momento all’Inpgi (nei cui organismi dirigenti dopo le ultime elezioni i pensionati sono più numerosi di prima) è quella della trasparenza. Trasparenza: ovvero rendere noti gli atti e le ragioni per le quali tali atti vengono presi. Atti e ragioni che devono essere portati a conoscenza di tutti gli iscritti. In questo modo una conoscenza oggettiva e istituzionale può favorire un dibattito che si fonda su certezze in modo da evitare polemiche che ogni tanto possono apparire pretestuose.
Altro tema della discussione è stato il fisco. In Italia le pensioni dei giornalisti sono le più tassate d’Europa, il che si va ad aggiungere al pesante fardello della mancata perequazione delle nostre pensioni, blocco cominciato nel 2011 e che durerà fino alla fine dell’anno prossimo.
Se il governo ha annunciato novità su questo punto nella prossima legge di stabilità, Bossa ha confermato che l’Ungp ha messo in cantiere, subito dopo la pausa estiva, un seminario nazionale che affronterà il regime fiscale delle nostre pensioni. La preparazione di questo appuntamento è in fase avanzata e già ci sono le adesioni del governo, dei sindacati confederali, dell’Inpgi, della Fnsi e di esponenti del parlamento.“Questo è un problema reale, che va posto tra le priorità di chi governa il Paese, è un problema di giustizia sociale”.
Che il ruolo dei giornalisti pensionati Ungp sia in crescita lo dimostrano sia il numero crescente degli iscritti che la rinnovata disponibilità della Fnsi ad ascoltare con attenzione i pensionati che non sono e non voglio essere considerati “figli minori”.
Gli interventi si sono concentrati sul metodo ingiusto applicato l’anno passato per l’ipotesi del “prelievo forzoso” e c’è anche chi ha detto che la “mancata perequazione è il prelievo stesso, cioè un vero e proprio salasso per le nostre pensioni”.
Altra ipotesi potrebbe essere un contributo di solidarietà da parte di tutti dello 0,5%, contributo che i giornalisti attivi pagano già. Tutte proposte che andranno verificate. Tuttavia, una certezza comune la sì è riscontrata: se non riparte il mercato del lavoro l’Inpgi farà fatica a rimettere i conti a posto perchè con i soli tagli non si va da nessuna parte.
Si è parlato anche del patrimonio immobiliare dell’Inpgi che qualcuno ha giudicato “sopravalutato” e di quello “scandalo” che è la presenza, e quindi il lavoro, di tanti pensionati nelle redazioni, presenza spesso tollerata dai colleghi attivi.
In sintesi: gli iscritti Ungp dell’Emilia Romagna più che formulare auspici, confermano la loro costante attenzione alle vicende che li riguardano (pensioni, assistenza sanitaria, fisco, rapporti con gli altri sindacati, ecc) affinchè i loro diritti non vengano disattesi ma sempre nello spirito di collaborazione per la salvaguardia della intera categoria.
Unione Pensionati disponibile al contributo di solidarietà dello 0,5% da parte di tutti