ROMA – Il Tar del Lazio ha bocciato la “direttiva Lotti” che aveva sospeso l’esclusione dell’agenzia di stampa “Il Velino” dalla stipula del contratto di acquisto di servizi giornalistici e informativi da parte del Governo. L’udienza che dovrà discutere il ricorso nel merito è stata fissata per il prossimo 22 giugno” e, nel frattempo, il Dipartimento Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri dovrà consegnare entro 30 giorni a “il Velino” il carteggio relativo ai contratti sottoscritti con le altre agenzie di stampa.
“Abbiamo «bucato» la notizia”, ammette con un sottile filo di ironia, ma con grande soddisfazione il direttore editoriale de “Il Velino”, Paolo Pollichieni, riprendendo la notizia rilanciata dall’edizione on line del mensile Prima Comunicazione di Umberto Brunetti e Alessandra Ravera. “Il Tar del Lazio – scrive, infatti, Prima Comunicazione – ha sospeso la determinazione del 30 dicembre 2015 con cui il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio aveva escluso l’agenzia di stampa Il Velino dalla stipula del contratto di acquisto di servizi giornalistici e informativi da parte del Governo”.
Come ricorda l’Agi, la cosiddetta ‘direttiva Lotti’, varata nel giugno 2015, aveva fissato i criteri minimi secondo cui le agenzie di stampa possono accedere alla procedura di acquisto di servizi da Palazzo Chigi, ma il Consiglio di Stato ha sospeso la direttiva lo scorso febbraio.
Per questo, il Tar ritiene che sussistano i presupposti per sospendere la determina del 30 dicembre, che basandosi proprio sui criteri della direttiva Lotti aveva escluso Il Velino. Il Tar ordina, inoltre, al Dipartimento per l’Editoria di consegnare al Velino entro 30 giorni “copia di tutti gli atti relativi alla procedura, anche afferenti gli operatori economici selezionati”. L’udienza che dovrà discutere il ricorso nel merito è stata fissata per il prossimo 22 giugno”.
“A stretto giro – aggiunge Il Velino – arriva anche analoga notizia battuta dall’Ansa. Forse è il caso, adesso, di occuparcene anche noi, che di questa battaglia siamo stati i fieri protagonisti, anche se ne avremmo volentieri fatto a meno”.
“Gli aspetti tecnici – spiega Il Velino – sono stati correttamente esposti dai colleghi che per primi hanno dato notizia della decisione del Tar, a noi resta da spiegare gli effetti che quella decisione avrà, non solo e non tanto sul futuro della nostra Agenzia quanto, più in generale, sulla difesa di quella pluralità dell’informazione di cui tutti cianciano, ma in difesa della quale ben pochi hanno deciso di schierarsi. Soprattutto della pluralità dell’informazione primaria, quella cioè che consente di far sapere che un fatto è accaduto, lasciando ad altri la scelta del se e come occuparsene. Controllare o limitare l’informazione primaria è il sogno di ogni regime, vogliamo credere che non sia stato anche l’obiettivo del sottosegretario all’editoria Luca Lotti”.
“Nessuno – sottolinea Il Velino – ha mai contestato al Governo un intervento a riordino del mondo dell’editoria, anzi in tempi non sospetti fummo tra quanti tale riforma hanno auspicato. Non siamo riusciti a capire però le ragioni per le quali alle agenzie di stampa dovesse toccare una sorte diversa da quella riservata agli altri protagonisti del mondo editoriale. Per tutti è passata la buona regola di demandare al Parlamento la riforma ed il riordino, non per le agenzie. A queste, già relegate al ruolo di «fornitori di servizi» e messe in un calderone dal bilancio unico, insieme alle spese per le pulizie e a quelle per le fotocopie, si decideva di riservare un trattamento diverso: la «direttiva Lotti», appunto”.
Ciò nonostante “il Velino” ha ugualmente “tentato di percorrere la via del dialogo e del confronto, ma ha solo visto – afferma l’agenzia di stampa – crescere l’isolamento (anche da parte sindacale) ed il rifiuto di qualsivoglia incontro. Anche all’indomani della sentenza del Consiglio di Stato si è continuato nella ricerca di un confronto, ne fanno fede le «pec» inviate al sottosegretario Lotti per chiedere un incontro. Nessuna risposta è mai giunta. Quasi a dare ragione a quanti insistevano, e insistono, nel sostenere che l’atteggiamento del Dipartimento Editoria è pregiudiziale e non supportato da alcun elemento valido sul piano del miglioramento dell’offerta informativa”.
“Ristabilita la verità – aggiunge Il Velino – e rimessi a posto i paletti che delimitano il contenzioso, paletti non secondari in un periodo in cui tutta l’informazione italiana è fatta oggetto di tentativi di occupazione politica, torniamo a dichiarare la pronta e totale disponibilità de il Velino ad un confronto costruttivo con tutti gli attori del settore a cominciare dal Dipartimento dell’Editoria, nei confronti del quale manteniamo un atteggiamento rispettoso, ma al quale ricordiamo che non vi può essere rispetto e correttezza di rapporti fuori da un rigida regola di reciprocità”.
Infine, Il Velino ringrazia quanti, “purtroppo non molti, hanno creduto e hanno aiutato questa nostra resistenza. Fra tutti i legali che hanno affiancato il prof. Federico Tedeschini e quei colleghi (forse pochi, ma sicuramente buoni) che in queste settimane hanno lavorato il triplo per sopperire alle lacune da altri create e per dimostrare che professionalità e spirito democratico albergano anche da queste parti”.
Pollichieni: “Controllare o limitare l’informazione primaria è il sogno di ogni regime”