ROMA – Lorenzo Del Boca interrompe un’assenza e un silenzio che in Consiglio Nazionale Fnsi stava per tagliare il traguardo dei 15 anni – quanti ne sono trascorsi da quando ha lasciato l’incarico di presidente -, sentendo “il dovere di esprimere solidarietà a chi ha lavorato per questo Contratto”.
Il presidente emerito della Fnsi e dell’Ordine nazionale dei giornalisti (che ha guidato per tre mandati consecutivi) torna, dunque, ad intervenire nella Sala “Walter Tobagi” di Corso Vittorio, sottolineando che “naturalmente il dissenso, il dialogo, la polemica, finanche la strumentalizzazione, non sono da bandire, sono addirittura da accettare, però a parità di grammatica, purchè ci sia, cioè, un linguaggio opportuno, un atteggiamento accettabile, che tenga conto, soprattutto, che l’impegno di Franco Siddi e di Giovanni Rossi, che conosco più degli altri, venga almeno rispettato e non banalizzato con troppe volgarità”.
Taglia dritto Del Boca: “Che noi siamo in crisi lo si vede a occhio nudo, non c’è bisogno di grandi analisi sociologiche. Ma siamo in crisi perché c’è crisi. Due aziende su tre rischiano di chiudere, due giovani su tre sono senza lavoro e uno di questi giovani ha smesso di cercarlo perché ha perso anche la speranza. Se tutto il mondo ha queste difficoltà, pensare che l’editoria viva un periodo di floridezza e che sia possibile fare un contratto per crescere e riscuotere significa davvero sconfinare nell’irrealtà…”.
Un’analisi lucida e puntuale, quella del presidente emerito dell’Ordine e della Federazione della Stampa: “Ci siamo ingannati e abbiamo ingannato il mondo regalando copie di giornali per tenere alta la tiratura e per attirare pubblicità, ma adesso le aziende chiudono, non sanno più come pagare i dipendenti, come fanno a offrire pubblicità. Non ci sono più copie, non c’è più pubblicità, è chiuso tutto quanto”.
E proprio “sulla base di questi ragionamenti – confida Del Boca -, che stavo facendo in casa, consideravo che i quasi 90 mila euro che dovrei prendere di ex fissa diventeranno 65 mila e stavo giusto pensando che andrò a perdere quasi 30 mila euro. Ora, mio figlio è uno di questi giovani che cerca lavoro e mi ha corretto: ma ne abbiamo persi 30 mila o ne portiamo a casa 65 mila?”.
Certo, “errori ne sono stati commessi, difficoltà anche, ma non possiamo dimenticare – rimarca Del Boca – che gli scioperi vengono vanificati dagli editori, dai capiredattori, dal gruppo di direzione che ha reclutato persone pagate a 5-8 euro (non a 20,80) per fare comunque il giornale. E questi del gruppo di direzione ed i capiredattori sono i primi che si lamentano che, avendo indebolito il sindacato, adesso si ritrovano con un sindacato debole che gli fa perdere l’Inpgi”.
Il sillogismo è lampante: “Non possiamo indebolire il sindacato per poi lamentarci che il sindacato, essendo debole, non può più andare lancia e resta contro gli editori. E le troppe polemiche di questi giorni servono, per l’appunto, non a fare un buon contratto adesso, ma neanche un buon contratto domani: servono a indebolire ancora il sindacato per speculare, poi, sulla debolezza del sindacato. Vi rinnovo, dunque, la solidarietà e sempre viva la Fnsi!”.
L’intervento, dopo 15 anni, del presidente emerito di Odg e Federazione della Stampa
Sempre viva la Fnsi…!!!