BELGRADO (Serbia) – A Belgrado è una domenica piena di tensioni e polemiche dopo l’irruzione dei dimostranti, ieri sera, nella sede della tv pubblica Rts, accusata di non voler dare alcuno spazio alle proteste popolari che vanno avanti da tre mesi contro la politica definita “autoritaria” del presidente serbo Aleksandar Vucic.
Il bilancio dei disordini alla televisione – avvenuti al termine della 15ª manifestazione di migliaia di oppositori nel centro di Belgrado – è di una persona arrestata, alcuni contusi e rilevanti danni materiali all’edificio della tv serba, con vetri infranti, porte scardinate, scritte sui muri.
Gli oppositori, sostenendo che la tv pubblica è una televisione di tutti i cittadini, esigono di poter illustrare il loro programma e le loro richieste nei notiziari della tv.
L’emittente N1, una rete all news regionale balcanica collegata alla Cnn, ha mostrato in diretta tutte le fasi concitate dell’irruzione dei manifestanti, del loro ingresso nei corridoi e uffici dei giornalisti radiotelevisi, dei confronti verbali carichi di tensione, fino dell’intervento della polizia in assetto antisommossa che nel giro di un’ora circa e con un uso molto controllato della forza ha poi sgomberato l’edificio.
I leader dell’opposizione respingono le accuse di violenze e pressioni sui giornalisti televisivi. Alcune centinaia di manifestanti sono rimasti ancora all’esterno della sede tv fino a dopo mezzanotte, quando su invito di Bosko Obradovic, uno dei leader del movimento di protesta, si sono dispersi dandosi appuntamento nuovamente oggi a mezzogiorno per manifestare davanti al palazzo della presidenza, in coincidenza con una conferenza stampa convocata dal presidente Vucic.
Il direttore generale di Rts, Dragan Bujosevic, in un intervento in diretta ieri sera, ha stigmatizzato l’assalto all’edificio della tv, affermando che con ciò il movimento di protesta ha perso legittimità, e chiedendo una presa disposizione delle associazioni internazionali dei giornalisti. (ansamed)