TRIESTE – Eletti all’unanimità i nuovi organi del Consiglio direttivo dell’Assostampa Friuli Venezia Giulia. Riconfermata, con qualche avvicendamento, la squadra e gli incarichi dello scorso mandato, nella scia di una gestione unitaria del sindacato. E riconfermato l’impegno ad affrontare i problemi di rappresentanza e tutela di tutti i giornalisti, siano essi con o senza contratto da dipendenti.
Oltre ai nomi degli eletti e alle dichiarazioni d’impegno, è però anche importante osservare alcuni dati. Il primo è che metà del nuovo Consiglio direttivo è formato da lavoratori autonomi e precari, e per un terzo da esponenti del Coordinamento precari e freelance del Fvg. E che nella Giunta esecutiva, oltre ad aver raggiunto una parità di genere (quattro colleghe e quattro colleghi), ben tre degli otto componenti sono lavoratori autonomi.
Se poi si scorrono le specificità e competenze degli eletti, si può notare che vi sono rappresentati tutti i principali settori d’impegno professionale attuale: oltre a quelli più tradizionali di carta stampata, emittenza radio-tv ed uffici stampa pubblici, vi sono anche l’informazione on line, il fotogiornalismo, gli uffici stampa privati, e – ovviamente – la sempre più crescente e polivalente specificità dei lavoratori autonomi. E va infine ricordato che alcuni degli eletti, pur essendo lavoratori dipendenti, lavorano con contratti di solidarietà, e quindi anch’essi in una condizione di finora inedita debolezza.
Questo autentico “spaccato” della professione attuale non è stato realizzato osservando un “manuale Cencelli” di categoria, ma in seguito all’intento del direttivo (uscente ed entrante) di creare spazi e possibilità d’impegno sindacale per tutti i vari settori e attori del giornalismo odierno.
Propongo queste osservazioni innanzitutto come invito alla riflessione ai tanti colleghi autonomi e precari oggi non iscritti al sindacato. O che non lo sono più. Ai disillusi dalle carenze e gravi ritardi della categoria nei confronti dei non dipendenti. A quelli che a volte non hanno trovato risposte adeguate, o le persone adeguate per darle. E a quelli che ancora attendono risposte adeguate sull’equo compenso, sul contratto, sulla Carta di Firenze, su una pari dignità tra dipendenti e non dipendenti.
La risposta a tutti questi problemi, pur esistenti, è sempre la stessa: il sindacato, e in genere tutti gli organismi di categoria, sono fatti e costruiti giorno per giorno da chi c’è e ci si impegna. Da chi decide di dedicare una parte, piccola o grande, del proprio tempo e delle proprie energie, al servizio e in aiuto dei colleghi. Da chi partecipa e dà una mano, anche solo fornendo informazioni che altrimenti giungerebbero troppo tardi, oppure mai, dalla propria realtà lavorativa.
A tutti questi colleghi rivolgo questa riflessione ed appello. Chiedendo loro di partecipare alle attività del sindacato, di dare una mano a crearne di nuove, di aiutare l’impegno degli eletti nel nuovo direttivo. E anche di iscriversi (o rinnovare l’iscrizione) all’Assostampa.
Perché un sindacato, per essere forte, ha bisogno dell’aiuto e della partecipazione di tutti.
Maurizio Bekar
Coordinamento precari e freelance
vicesegretario Assostampa Friuli Venezia Giulia