RAMALLAH (Palestina) – Le forze di polizia israeliane hanno chiuso la stazione televisiva Falestine al Youm (La Palestina di oggi), con sede a Ramallah, arrestando il suo direttore e due dipendenti con l’accusa di “incitamento alla violenza”.
La Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj), che rappresenta 600mila giornalisti di tutto il mondo, si schiera al fianco dei giornalisti palestinesi dell’Unione Pjs nel condannare questo “attacco brutale contro la libertà di stampa” e chiede l’immediata reazione delle Nazioni Unite per l’escalation di attacchi contro la stampa nei territori occupati.
Venerdì scorso, le forze israeliane hanno fatto irruzione nella redazione della televisione palestinese accusata di “incitamento alla violenza contro Israele ed i suoi cittadini” e ne hanno, infatti, ordinato la chiusura. L’azione di forza fa seguito alla decisione del gabinetto di sicurezza di Israele che, il 10 marzo scorso, ha deciso di chiudere i media palestinesi accusati di “incitamento alla violenza”. In manette sono finiti il direttore dell’emittente Farouk Alyat, 34 anni, il fotoreporter Mohammed Amr ed il tecnico Shabib Shabib.
Chiusa anche la media company “Trans-Media”, con sede nella città di Bireh. La Palestina di Oggi, che ha uffici nella Striscia di Gaza controllata da Hamas, ha comunque continuato a trasmettere in Cisgiordania attraverso i suoi trasmettitori libanesi.
L’Unione dei Giornalisti Palestinesi condanna l’ondata di violenza che, negli ultimi anni, ha preso di mira i giornalisti nei territori occupati puntando alla chiusura di diverse stazioni radio locali, le ultime delle quali a pochi mesi fa nella città di al-Khalili. Pjs è a conoscenza di ulteriori avvertimenti scritti che ordinano la chiusura di altri media.
“Dall’inizio del 2016 – denuncia il sindacato dei giornalisti – si sono registrate più di 40 violazioni israeliane contro i giornalisti e le organizzazioni dei media. Siamo molto preoccupati per le condizioni in cui i media professionale deve lavorare sul campo”.
Pjs teme che le ultime misure repressive adottate dalle forze israeliane facciano parte del progetto del governo israeliano di chiudere le stazioni radiofoniche e televisive palestinesi con il pretesto di incitamento contro l’occupazione israeliana.
“Non possiamo tollerare questi attacchi continui da parte delle autorità israeliane di imbavagliare stampa palestinese”, ha denunciato il presidente della Federazione internazionale dei giornalisti, Jim Boumelha. “Incitamento del terrore – sottolinea il presidente dell’Ifj – è un’accusa pericolosa nei confronti di un media e la decisione di chiuderlo non può avvenire senza un giusto processo”.
Jim Boumelha chiede, quindi, all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ed al relatore speciale delle Nazioni Unite sulla promozione e la protezione del diritto alla libertà di opinione e di espressione di indagare, senza ritardi, sulle violazioni della libertà di stampa in Palestina”. (giornalistitalia.it)