PERUGIA – “Le aziende stanno diventando media company perché, rispetto al passato, hanno l’opportunità di disintermediare le informazioni. Il che non significa saltare il vaglio dei giornalisti per raccontare balle, ma creare contenuti di qualità distribuiti in modo diverso rispetto a quelli veicolati dal giornalismo. Questi due mondi, però, devono stringere un’alleanza basata sulla qualità dell’informazione per contrastare fake news e post verità”.
Così Marco Bardazzi, direttore della comunicazione esterna di Eni durante il panel “Aziende o media: da chi si informano i lettori?” al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia. “La mancanza di fiducia nell’informazione che stiamo vivendo – ha sottolineato Bardazzi – non è solo colpa dei giornalisti e degli editori e le aziende non possono trarre vantaggio da questa situazione, perché le bugie fanno male al business. Sarebbe un errore enorme per le aziende usare questa sfiducia per raccontare balle: anzi devono restare legate alla realtà per restare autentiche”.
Secondo una ricerca Edelman, il mondo del business è l’ultimo argine per frenare l’emergere di un mondo di post-verità e fake news, anche grazie al fatto che le persone si fidano più dell’informazione prodotta dalle aziende che di quella dei media. (agi)