ROMA – “La prossima settimana avrete qualche novità, anche sorprese positive per chi pensava che avremmo fatto solo tagli. La professione giornalistica e la professionalità dei giornalisti vanno tutelate”, aveva promesso, il 16 giugno scorso, Vito Crimi (M5S), appena nominato sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria.
Dieci giorni dopo ha affermato che le fake news non esistono e che l’Ordine dei giornalisti va abolito; oggi annuncia che “il Movimento 5 Stelle abolirà l’assurdo pedaggio che ancora grava sulle imprese italiane” rappresentato dall’obbligo di annuncio sulle testate giornalistiche di bandi e gare della Pubblica Amministrazione.
“Avevamo detto – scrive sul blog grillino – che le piccole e medie imprese sarebbero state tra i riferimenti della nostra azione di governo. Oggi vi annuncio il primo provvedimento che in qualità di sottosegretario all’Editoria intendo promuovere insieme al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Un provvedimento che farà risparmiare oltre 40 milioni di euro alle imprese italiane, a costo zero per le casse dello Stato. Anzi, potrà ingenerare un meccanismo virtuoso di semplificazione per le Pubbliche Amministrazioni e un risparmio per le imprese”.
“Avete mai letto – si chiede Crimi – gli annunci di gare e bandi pubblicati sui giornali? Certamente li avrete visti anche voi, sfogliando qualche rivista: piccoli riquadri con scritte microscopiche, quasi invisibili, che annunciano gare ad evidenza pubblica e le successive aggiudicazioni. Una legge dello Stato impone alle Pubbliche amministrazioni l’obbligo di pubblicare gli avvisi di gara per estratto in almeno un quotidiano a tiratura nazionale e uno a tiratura locale, in alcuni casi anche due nazionali e due locali”.
“I quotidiani – continua – vengono scelti a discrezione dell’Amministrazione. Questi spazi costano. Costano tanto, anche migliaia di euro ciascuno. E più sono grandi, più costano. Più grande è la tiratura dei giornali e più costano. Insomma seguono le logiche della pubblicità. E cosa fanno le Amministrazioni per risparmiare? Riducono i testi e scrivono in box piccolissimi. O almeno, così facevano una volta, quando le spese di pubblicazione erano a carico dello Stato. Oggi sapete chi paga? Pagano le imprese e i professionisti. Dopo l’aggiudicazione di un appalto pubblico, infatti, l’impresa vincitrice deve rimborsare all’Amministrazione le spese per la pubblicazione degli avvisi. E deve pagare subito, prima ancora di vedere l’ombra di un quattrino, prima di aver stipulato contratti”.
“Insomma – afferma Crimi – siamo davanti ad un vero e proprio finanziamento indiretto ai giornali, a carico delle imprese. Ciò si va ad aggiungere ai normali costi d’impresa per la realizzazione di quanto richiesto dalla gara. Per le grandi aziende l’obbligo di pubblicazione potrà rappresentare una manciata di bruscolini nel mare del fatturato complessivo, ma non per le piccole imprese che faticano a far quadrare i conti. Ma chi legge questi
annunci? Credete davvero che un’impresa, per sapere quali gare sono state avviate in Europa (oggi c’è la libera partecipazione alle gare europee), vada a leggersi questi minuscoli avvisi, distribuiti su vari quotidiani, a discrezione delle P.A.?”.
“Credete davvero che un’impresa tedesca o francese o in generale europea che intenda partecipare ad una gara in Italia vada a comprare tutti i giorni i quotidiani italiani, e metta un impiegato a sfogliare tutte le pagine alla ricerca di un annuncio utile? E credete che lo faccia anche una azienda italiana? Oggi la Gazzetta Ufficiale Italiana e la Gazzetta Ufficiale Europea, liberamente consultabili da qualunque cittadino online, consentono di conoscere ogni avviso di gara e di aggiudicazione”.
“Non solo: ci sono sistemi automatici e servizi specializzati che – secondo Crimi – acquisiscono i dati dalla Gazzette, fanno da aggregatori utilizzando i codici di riferimento del prodotto/servizio oggetto del bando di gara e con il sistema degli «alert» avvisano le aziende interessate. Il Movimento 5 Stelle abolirà subito questo assurdo pedaggio che ancora grava sulle imprese italiane. In un colpo solo, con un provvedimento di due righe avremo tre effetti: 1. Taglio del finanziamento indiretto ai giornali; 2. Semplificazione per la Pubblica Amministrazione; 3. Risparmio per le imprese”. (giornalistitalia.it)