MILANO – È un Silvio Berlusconi “schivo” quello che testimonia al processo a carico di Emilio Fede per la vicenda del prestito da quasi tre milioni di euro ricevuto da Emilio Fede. L’ex premier chiede di non essere ripreso dalle telecamere e dai fotografi e poi scherza col pm Eugenio Fusco che gli ha pone una domanda: “Mi scusi, ma sono un vecchietto, deve avvicinarsi al microfono altrimenti non sento”.
Alla fine delle deposizione, durata pochi minuti, Berlusconi, inseguito dai giornalisti e accompagnato, tra gli altri, dagli avvocati Nicolò Ghedini e Federico Cecconi, entra in ascensore e non rilascia dichiarazioni.
“Ho prestato dei soldi a Mora per un atto di generosità e poi ritenni di non interessarmene più”, risponde Berlusconi al pm Fusco che gli domanda se si fosse mai più preoccupato della sorte dei 2 milioni e 750mila euro prestati a Lele Mora, magari chiedendo a Emilio Fede che fu l’intermediario di quel prestito. “No – è la risposta dell’ex premier – Fede ha poi chiuso il suo rapporto con la mia azienda per ragioni indipendenti da questo fatto e non ho più avuto modo di parlare con lui. Mora mi chiamò al telefono ma, su indicazione dei miei avvocati, non gli risposi”.
Neppure quando seppe della ‘divisione’ del prestito tra l’ex talent scout e l’ex direttore del Tg4, Berlusconi si riscaldò sul tema: “Non c’è stato nessun atteggiamento particolare da parte mia. Ritenevo che la cosa fosse superata. Avevo fatto un prestito che era un atto di generosità e ritenni di non interessarmene più”.
“Visto come sono andate le vicende delle società di Mora, che sono fallite, ritenni di non avere più chance di riavere indietro il prestito”. Silvio Berlusconi, sentito come teste nel processo in cui Emilio Fede è imputato per bancarotta (Mora ha patteggiato un anno e mezzo), focalizza così il momento in cui perse le speranze di riavere indietro il prestito da 2 milioni e 750mila euro dato all’ex agente dei vip.
In precedenza, “Spinelli mi ha ricordato in questi giorni che Mora aveva garantito una sua villa in Sardegna per restituire i soldi ma poi si seppe che non era più sua. Allora disse che avrebbe garantito con immobili riconducibili a società lussemburghesi di proprietà per il dieci per cento della figlia, ma non se ne fece niente”.
Berlusconi ha ricordato l’origine del prestito e con che modalità venne versato, dopo avere detto, rispondendo a una domanda del pm, di conoscere sia Mora che Fede “da oltre 30 anni”: Ho ricostruito coi miei legali in questi giorni, perché non mi ricordavo, sono fatti di sette anni fa, che il prestito avvenne in tre tranche: una prima da un milione e mezzo, una seconda da un milione e una terza da 300mila euro, tutte nel 2010. Il prestito venne deciso una sera a una cena dove c’erano anche Mora e Fede. Diedi a Spinelli (il ragioniere Giuseppe Spinelli, noto anche per le elargizioni alle ‘olgettine’, ndr) l’incarico di provvedere a questa operazione con prestito infruttifero. La motivazione del prestito era che mi era stata descritta la sua difficoltà e mi si disse che con questo prestito sarebbe stata eliminata”.
Al pm che gli domanda se Fede fosse “consapevole” della crisi delle aziende di Mora, Berlusconi risponde: “Si, lo era” e ha affermato di non ricordare con quale modalità, dopo la prima tranche del prestito, fossero state sollecitate ulteriori richieste di denaro. Sul fatto che parte del prestito finì a Fede, l’ex Cavaliere ha precisato di non ricordare se l’avesse saputo “tramite i giornali o perché si diceva in azienda”. (agi)