ROMA – Al momento c’è solo un homepage su internet che promette ai futuri utenti “notizie e analisi degne di fede nella maniera più efficiente, illuminante e condivisibile al mondo”. Sebbene sia già possibile iscriversi alla newsletter, si sa ancora pochissimo di Axios, in Usa la startup giornalistica più chiacchierata del momento, se non che partirà nel 2017 e che il suo fondatore, Jim Vandehei, è sicuro che la nuova testata cambierà per sempre il modo di fare giornalismo su internet.
In gioventù collaboratore del Wall Street Journal e del Washington Post, Vandehei conosce molto bene il mondo dell’informazione online. Il giornalista quarantacinquenne fu, infatti, nel 2006 tra i fondatori di “Politico”, una delle testate più lette della rete. Lo scorso aprile Vandehei lasciò all’improvviso la sua creatura. In quei giorni era uscito su “The Information” un suo articolo dove si scagliava contro l’attuale stato del giornalismo digitale, accusato di cercare il “clic” a tutti i costi senza però essere in grado di produrre contenuti adatti alla rete. Axios, in greco “meritevole”, sarà quindi l’espressione della filosofia giornalistica di Vandehei, riassunta in una recente conversazione con il sito specializzato “Recode”.
Per prima cosa, secondo Vandehei, gli articoli devono essere più corti, calibrati per l’utilizzo sulle nuove piattaforme dei social network, come il servizio “Discover” di Snapchat, citato dal giornalista come esempio di eccellenza.
”I giornalisti scrivono per i giornalisti, questo è il maggiore problema dei media al momento”, ha affermato Vandehei, “la gente non vuole leggere i pezzi che scriviamo, sono troppo dannatamente lunghi”. Come “Politico” Axios avrà un doppio canale: una sezione gratuita (“credo serva una dimensione gratis”, ha spiegato Vandehei, “aiuta a costruire un brand”) e una a pagamento.
L’obiettivo di Vandehei, raggiunto quando era amministratore delegato di “Politico”, è generare metà del fatturato dalla pubblicità e un’altra metà dagli abbonamenti, che non saranno affatto economici. “Non posso immaginare di essere chissà quanto interessato a un abbonamento inferiore ai 10 mila euro”, ha affermato Vandehei. La vera sfida è, quindi, fornire contenuti talmente unici e interessanti da convincere i clienti istituzionali ad abbonarsi, un business plan che pone Axios più vicino alle agenzie stampa che ai siti internet dei quotidiani. Akios conta già uno staff di 27 persone, che Vandehei intende portare a 50 al momento del lancio. Tra essi figurano Mike Allen e Kim Hart, due delle penne più amate di “Politico”, e Dan Primack, ex editorialista di “Fortune” specializzato in tecnologia. (agi)