ROMA – L’Avanti! della domenica, organo ufficiale del Partito Socialista Italiano, da domani, sabato 25 febbraio, tornerà in edicola in autonomia, dopo che per tutto l’anno scorso era uscito in abbinamento con Il Riformista. Lo hanno annunciato in una conferenza stampa il segretario del Psi Enzo Maraio, il direttore del settimanale Giada Fazzalari, insieme all’amministratore unico della società editrice Livio Valvano e al tesoriere Marco Strada. Sarà distribuito in tutte le regioni e nelle principali città italiane.
«Abbiamo avviato dalle pagine del nostro giornale – ha detto il segretario del Psi Enzo Maraio – un grande dibattito sulla crisi dei partiti e della sinistra italiana. In un momento in cui il governo di destra assume sempre più i caratteri illiberali noi siamo una voce libera a difesa della democrazia, dei più deboli e dei lavoratori».
«Dall’Avanti sono passati i più grandi uomini del Novecento – ha aggiunto – tra cui Sandro Pertini, di cui oggi ricorre il 33° anniversario dalla scomparsa. Ci ispiriamo a lui, il Presidente socialista, come uomo politico antifascista che si è battuto per la giustizia sociale. Noi ci avviamo – ha sottolineato Maraio – al grande evento degli stati generali del socialismo in cui chiederemo a tutta la sinistra di abbandonare il fascino del populismo e costruire una grande forza europeista e socialdemocratica».
«Domani – afferma il direttore dell’Avanti! della domenica Giada Fazzalari – usciremo con una importante intervista a Giuliano Amato, che ci ha consegnato delle riflessioni importanti sulla Guerra in Ucraina, sul presidenzialismo, sulla crisi dei partiti e della politica. Il nostro settimanale ha molti primati storici – ha aggiunto Fazzalari – ma quello di oggi è che è attualmente l’unico foglio di partito cartaceo presente in edicola, in un momento in cui i giornali versano in una crisi terribile. Il nostro anti populismo, insito nel sangue socialista, oggi si traduce nella battaglia al nuovo “tri-populismo”: quello del governo sovranista, debole con i forti e forte con i deboli; quello dei 5 stelle, con un leader, Conte, che è passato in un batter d’occhio da premier del governo giallo verde a pseudo capo dei progressisti. Ma anche a quel vento populista che ha soffiato, a volte, nel cosiddetto Terzo Polo (la scelta di Calenda e Renzi di candidare Moratti in Lombardia va in questa direzione) dove, è facile prevedere, la diarchia dei due leader durerà ancora poco».
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