Chiesta l’archiviazione del procedimento contro l’ex senatore della Lega Alberto Filippi

Attentato a Gervasutti: il pentito non è attendibile

Alberto Filippi ed Ario Gervasutti

VICENZA – «Ritenuta l’insussistenza di elementi idonei a formulare una ragionevole previsione di condanna nei confronti degli indagati e l’impossibilità di svolgere ulteriori accertamenti la procura richiede al giudice per le indagini preliminari di voler emettere decreto di archiviazione del presente procedimento».
Il «procedimento» in questione è l’inchiesta legata all’attentato alla casa del giornalista Ario Gervasutti, 61 anni, attuale caporedattore del Gazzettino di Venezia ed ex direttore del Giornale di Vicenza. Inchiesta che aveva portato all’iscrizione sul registro degli indagati anche l’ex senatore della Lega, Alberto Filippi, 58 anni, risultato estraneo ai fatti.
Lo riporta Il Giornale di Vicenza con un articolo di Matteo Bernardini sulla vicenda legata ai cinque colpi di pistola sparati, nella notte del 16 luglio 2023, contro l’abitazione del giornalista Ario Gervasutti, a Padova.
A tirare in ballo Alberto Filippi, titolare dell’Unichimica di Torri di Quartesolo, era stato il pentito Domenico Mercurio le cui dichiarazioni, alla fine, non sono state ritenute attendibili dal pm veneziano Stefano Buccini e dal procuratore capo Bruno Cherchi che hanno, quindi, chiesto l’archiviazione della posizione dell’ex parlamentare nonché di quella di altri tre indagati: Santino Mercurio, Stefano Vinerbini e lo stesso Domenico Mercurio.
Filippi, deputato leghista dal 2006 al 2008 e senatore fino al 2013 (fu espulso dal partito nel 2011), era indicato quale mandante degli attentati, effettuati per ritorsione contro alcuni articoli scritti dal Giornale di Vicenza. Il pentito crotonese Domenico Mercurio era indagato per aver fatto eseguire le direttive di Filippi, mentre lo zio Santino Mercurio, 67 anni, di Isola Capo Rizzuto, era indicato quale esecutore materiale. L’artigiano Stefano Vinerbini, 40 anni, di Zevio (Verona) era coinvolto per “interposizione nella controversia di natura economica” che aveva spinto Mercurio a chiedere a Filippi 250 mila euro.
In una conferenza stampa, convocata assieme ai suoi legali, Cesare Dal Maso e Renzo Fogliato, Alberto Filippi ha reso nota la richiesta di archiviazione nei suoi confronti sottolineando di aver  «vissuto una vicenda umana incredibile. Sono cresciuto nel rispetto delle istituzioni e chi le ha manipolate deve vergognarsi. Devo ringraziare le tante persone che mi sono sempre state vicine e non mi hanno mai voltato le spalle: dai miei familiari ai miei legali, a tutti i miei dipendenti. Questo pentito si è inventato tutto e lo ha fatto anche molto male».
«Questo – ha spiegato l’avvocato Fogliato – è il penultimo passo. Ora il giudice deve decidere se archiviare o meno. La notizia importante è la marcia indietro della procura». Una retromarcia che sarebbe stata innescata soprattutto dopo il deposito da parte dei legali di Filippi della cosiddetta “superprova” ovvero la registrazione di oltre 5 ore di un colloquio tra lo stesso ex senatore e il suo grande accusatore. «Se non avesse registrato – ha ripetuto l’avvocato Dal Maso – forse non saremmo riusciti a scagionare Filippi». «La mia critica – ha chiosato Fogliata – è alla procura. Una critica logica. Esistevano una caterva di indizi sull’inattendibilità di Domenico Mercurio».

Alberto Filippi con i suoi avvocati, Cesare Dal Maso e Renzo Fogliato, nel corso della conferenza stampa

Gervasutti, appreso della conferenza stampa, ha dichiarato: «Non mi sono mai interessato degli eventi giudiziari delle persone e non mi interessano i destini giudiziari di chicchessia. Ho capito qual è la verità sostanziale, mi basta e adesso sono tranquillo. Non farò opposizione alla richiesta di archiviazione. La mia famiglia ora sa come sono andate le cose e a me basta così».

Ario Gervasutti

Dunque, il 4 giugno scorso, la Procura antimafia di Venezia ha chiesto l’archiviazione ritenendo non credibile Domenico Mercurio, secondo il quale a sparare sarebbe stato lo zio Santino su mandato di Filippi che aveva pagato 25.000 euro. Il movente, acredini con Gervasutti per un articolo di giornale contro la sua azienda. Date e circostanze però non coincidono. In realtà, Mercurio pretendeva soldi per lavori nella villa di Filippi. Che ha avuto l’accortezza di registrare un loro incontro nel 2021, dove emergono velate minacce sul raccontare quello che si vuole ai magistrati. Ma Filippi non denunciò, per paura. Mercurio era peraltro giudicato inattendibile nella sentenza di un altro processo. Gli avvocati di Filippi ora aspettano la decisione del giudice sull’archiviazione. (giornalistitalia.it)

 

 

 

 

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