GHAZIPUR (India) – Ancora un giornalista ucciso in India. Questa volta è toccato a Rajesh Mishra, un mese dopo la morte della collega Gauri Lankesh, direttore del settimanale indipendente Lankesh Patrike, attivista e da sempre molto critica nei confronti dei nazionalisti indiani e della destra.
Mishra è stato ucciso, nella mattinata di ieri, probabilmente da tre militanti dell’India del Nord. La polizia locale ha individuato due dei tre presunti assassini che, scesi dalle loro motociclette, sono entrati nel negozio della famiglia del giornalista uccidendolo e ferendo il fratello ora ricoverato in condizioni critiche all’ospedale di Ghazipur, città capoluogo dell’omonimo distretto nello Stato federato dell’Uttar Pradesh.
Rajesh Mishra, 35 anni, lavorava per il Danik Jagran, quotidiano in lingua Hindi e fra i più importanti del Paese asiatico. Inoltre, Mishra è stato membro dell’organizzazione indù di destra Rashtriya swayamsevak sangh considerata la fonte ideologica del partito nazionalista Bharatia janata party.
Dopo la sua morte, così come successo per la Lankesh, sono seguite proteste in piazza per richiedere l’arresto degli assassini. La polizia locale pare essere sulla buona strada dato che mancherebbe solo uno degli uomini del commando che lo ha ucciso.
«Tre banditi – riferisce il direttore generale della polizia Anand Kumar – hanno fatto fuoco, due dei quali sono già stati identificati. L’indagine è in corso e riusciremo ad arrestare anche l’ultimo uomo». Non sono ancora, però, chiari i motivi dell’omicidio del giornalista. L’associazione Editors guild of India definisce la morte di Mishra come l’ennesimo «brutale assalto alla libertà di stampa».
L’India si conferma un Paese ostile ai giornalisti. Dal 2015 ad oggi sono più di 120 i giornalisti uccisi o deceduti in circostanze poco chiare; nel 2017 il delitto più eclatante è stato l’omicidio di Gauri Lankesh (oppositrice del Bharatia janata party a cui Rajesh Mishra era vicino), al quale è seguito il pestaggio letale di un altro cronista nel nord-est del Paese pochi giorni dopo. (giornalistitalia.it)
L’India si conferma un Paese ostile ai giornalisti. Dal 2015 più di 120 i cronisti uccisi