TEPIC (Messico) – Il giornalista Luis Martín Sánchez Íñiguez, 59 anni, corrispondente del quotidiano messicano La Jornada, è stato assassinato per la sua attività professionale nella città di El Aguacate, comune di Tepic nello Stato di Nayarit. A darne notizia è lo stesso giornale per il quale lavorava Sánchez citando una dichiarazione dell’Ufficio del procuratore generale dello Stato di Nayarit. Dalle indagini è, infatti, emerso un collegamento negli ultimi tre casi di giornalisti finiti nel mirino della criminalità, in quanto hanno collaborato a progetti comuni. Per questo motivo non si esclude che il fascicolo dell’inchiesta venga condiviso con la Procura speciale per i reati commessi contro la libertà di espressione (Feadle).
Il corpo senza vita del giornalista – la cui moglie ne aveva denunciato la scomparsa – è stato rinvenuto ieri, con evidenti segni di violenza, dopo la segnalazione, al numero di emergenza della polizia, del rinvenimento del «corpo senza vita di una persona di sesso maschile nella città di El Aguacate, comune di Tepic».
Venerdì pomeriggio Cecilia López, moglie del giornalista, si era recata negli uffici della Procura generale dello Stato denunciando che ignoti avevano sequestrato Luis Martín prelevandolo dalla loro abitazione. Gli stessi si erano impossessati degli studenti di lavoro del giornalista: telefono cellulare, computer e un hard disk. Il cadavere di Luis Martín è stato identificato dai suoi parenti e, in base all’autopsia, si stima che l’ora della morte risalga ad un periodo compreso tra le 24 e le 48 ore dal ritrovamento.
Il 4 luglio scorso, la Procura aveva avviato un fascicolo investigativo per la scomparsa di un altro giornalista identificato come Osiris Maldonado: «Ci sono informazioni attendibili – ha spiegato – che, intorno alle 6.40 del mattino del 3 luglio, Osiris Maldonado ha lasciato la sua casa per andare a lavorare in un istituto scolastico in questa città, ma da allora non si hanno più notizie. Stessa sorte è toccata a Jonathan Lora Ramírez che, secondo una denuncia, è stato sequestrato da uomini armati e incappucciati che, arrivati nella sua abitazione di Xalisco, sono entrati con violenza forzando la porta di accesso e lo hanno prelevato con la forza e si sono allontanati a bordo di un veicolo di tipo familiare. Jonathan Lora Ramírez è stato, comunque, ritrovato vivo e in buona salute, per cui è stato attivato il protocollo per accertare le sue condizioni fisiche e psicologiche».
Tornando a Luis Martín Sánchez Iñiguez, le autorità ministeriali hanno consegnato il suo corpo alla sua famiglia per consentire loro di celebrare i funerali nel comune di Acaponeta, dove oggi pomeriggio è stato tumulato nel cimitero municipale del paese.
La Commissione per i diritti umani di Città del Messico ha espresso la sua condanna concordando che le indagini sull’omicidio debbano concentrarsi sul lavoro giornalistico. Dal canto suo, la Commissione messicana per la difesa e la promozione dei diritti umani (Cmdpdh) ha chiesto giustizia per Sánchez Íñiguez e per tutti i giornalisti del Paese. Infine, il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj) ha condannato l’omicidio di Sánchez Íñiguez chiedendo alle autorità di indagare sui fatti e accertare le responsabilità.
I giornalisti di Nayarit hanno, invece, chiamato in causa il governatore dello Stato, Miguel Ángel Navarro, il presidente Andrés Manuel López Obrador, il sindaco di Tepic, Geraldine Ponce Méndez, il sindaco di Xalisco, Heriberto Castañeda, il Procuratore Generale della Repubblica (Fgr) esortandoli ad approfondire le indagini sul caso Sánchez Íñiguez e su quello degli altri due giornalisti scomparsi: Jonathan Lora Ramírez, già localizzato, e Osiris Maldonado, non ha ancora stato trovato.
Nel chiedere che venga garantita la sicurezza per esercitare il giornalismo, i giornalisti di Nayarit hanno ricordato che gli ultimi tre casi «colpiscono gravemente non solo le tre persone coinvolte, ma anche le loro famiglie, il sindacato e la società in generale, perché sono azioni violente che turbano la quiete pubblica e rivelano il pericolo in cui ci troviamo tutti».
I giornalisti di Nayarit, nel chiedere all’Ufficio del Procuratore Speciale massima attenzione sui crimini commessi contro la libertà di espressione (Feadle), ricordano che, oltre agli ultimi tre casi, nel 2023 almeno altri quattro giornalisti sono stati assassinati nel Paese: Gerardo Torres Rentería, a Guerrero; Abisaí Pérez Romero, in Hidalgo; Ramiro Araujo Ochoa, in Bassa California e Marco Aurelio Ramírez Hernández, a Puebla. (giornalistitalia.it)