Rapito vicino casa, ucciso e abbandonato vicino a una discarica in Messico. Aveva 59 anni

Assassinato il giornalista Luis Enrique Ramírez

Luis Enrique Ramírez

CULIACÁN (Messico) – Non c’è pace per i giornalisti in Messico. Luis Enrique Ramírez, 59 anni, fondatore del quotidiano online Fuentes Fidedignas ed editorialista di El Debate, è stato assassinato a Culiacán, capitale dello Stato di Sinaloa. È il nono giornalista ucciso dall’inizio dell’anno in Messico. Il suo corpo, rivelato di colpi alla testa, è stato ritrovato, avvolto in un sacco di plastica di colore nero, vicino a una discarica, sulla strada sterrata México-Nogales, nella città di Las Nanchiz. Mercoledì sera era stato rapito nei pressi della sua abitazione, nel quartiere Los Pinos di Culiacán, da un commando armato.
Luis Enrique Ramírez, per quasi quarant’anni, ha lavorato con giornali nazionali come La Jornada e El Financiero e ha pubblicato il libro “Il dente del giudizio”, raccolta di alcune delle sue interviste con artisti famosi.

Parenti, amici e colleghi al funerale di Luis Enrique Ramírez celebrato ieri a Culiacán

La pista privilegiata dagli investigatori è quella dell’esecuzione per mano dei narcotrafficanti. Lo Stato di Sinaloa è, infatti, la roccaforte del cartello di Sinaloa che fa capo a Joaquin “El Chapo” Guzman. I giornalisti delle province messicane finiscono spesso nel mirino dei narcotrafficanti per le loro inchieste sui cartelli della droga e i loro collegamenti con i politici e la polizia locale. Lo stesso Ramírez sin dal 2015 aveva espresso il timore di possibili ritorsioni per il suo lavoro.

Luis Enrique Ramírez

Secondo Articolo 19, organizzazione indipendente a difesa della libertà di espressione, dal 2000 sono 153 i giornalisti assassinati in Messico. Quest’anno sono stati uccisi anche Jose Luis Gamboa, Margarito Martinez, Lourdes Maldonado, Roberto Toledo, Heber Fernando Lopez, Jorge “El Choche” Camero, Juan Carlos Muniz e Armando Linares Lopez.

La benedizione della salma di Luis Enrique Ramírez che, per sua volontà, sarà cremato

Alle organizzazioni per i diritti umani, che hanno ripetutamente accusato il governo statale e federale di non fare abbastanza per prevenire o indagare a sufficienza sugli omicidi, il presidente messicano Andres Manuel Lopez Obrador ha promesso un programma “zero impunità” per indagare sulle uccisioni di operatori dei media, mentre il suo portavoce, Jesus Ramirez, ha  assicurato che «saranno rinforzate le misure di sicurezza per i giornalisti». (giornalistitalia.it)

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