PIPLYA MANDI (India) – Il giornalista Kamlesh Jain, 42 anni, da dodici anni cronista del quotidiano hindi “Nai Dunya”, è stato assassinato ieri nel suo ufficio di Pipliya Mandi, una piccola città nello Stato di Madhya Pradesh, a quindici chilometri dal capoluogo distrettuale Mandsaur. Era da solo nel suo ufficio quando due sconosciuti, giunti a bordo di una moto, hanno fatto irruzione nel locale sparandogli due colpi di pistola a distanza ravvicinata. Immediatamente soccorso, il giornalista è deceduto durante il tragitto in ospedale.
L’omicidio ha suscitato grande indignazione a Pipliya Mandi, scatenando una protesta spontanea animata da slogan contro la polizia. Il fratello di Kamlesh, Manish Jain, ha infatti dichiarato che il giornalista, quattro giorni prima, aveva avuto un litigio ad un incrocio ferroviario con alcune persone coinvolte nel traffico illegale di alcolici, che lo avevano minacciato.
Manish ha affermato che Kamlesh aveva sporto denuncia alla locale stazione di polizia, ma sull’episodio non è stata intrapresa alcuna azione.
Tre persone sono state arrestate, ma le accuse a loro carico non sono state ancora formalizzate. Secondo fonti bene informate, Kamlesh aveva denunciato alla polizia locale la vendita illegale di alcol, da parte di alcuni ristoratori, che ha portato al sequestro di un camion carico di liquori.
La Federazione Internazionale dei Giornalisti (Ifj) condanna l’uccisione del giornalista Kamlesh Jain e chiede un’immediata indagine che porti all’arresto dei responsabili.
L’Ifj sta lavorando con i suoi affiliati indiani per stabilire il motivo dell’omicidio anche quando l’inchiesta della polizia è in corso. Jain è il secondo giornalista ad essere ucciso in India nel 2017 e l’uccisione è arrivata solo due settimane dopo il brutale omicidio del giornalista Shyam Sharma, sempre a Madhya Pradesh.
Nell’esprimere le condoglianze dell’Ifj alla famiglia del giornalista ucciso, il segretario generale, Anthony Bellanger, ha dichiarato che “i due assassinii di giornalisti, in appena due settimane, illustrano le condizioni pericolose che i giornalisti in India stanno affrontando”. Pertanto la Ifj invita le autorità indiane a indagare immediatamente sulle cause dell’omicidio per assicurare i responsabili alla giustizia”. (giornalistitalia.it)