PAPANTLA (Messico) – La giornalista María Elena Ferral, 50 anni, corrispondente del Diario de Xalapa, è stata assassinata a Papantla nello Stato di Veracruz, in Messico. Un’esecuzione in piena regola messa a segno da un sicario a bordo di una motocicletta guidata da un complice.
Lunedì pomeriggio la giornalista era appena uscita dallo studio di un notaio, nel centro cittadino di Papantla, e stava dirigendosi verso la sua autovettura quando è stata affiancata dalla moto e le sono stati esplosi contro otto colpi di pistola, tre dei quali l’hanno raggiunta al petto e all’addome e gli altri a un braccio e alla gamba. Trasportata pochi minuti dopo all’ospedale di Poza Rica, è stata operata d’urgenza, ma dopo sette ore di lotta con la morte il suo cuore ha cessato di battere.
María Elena Ferral aveva alle spalle 30 anni di professione giornalistica sia in campo televisivo che nella carta stampata e nei media digitali. Recentemente aveva denunciato alla Commissione statale per la vigilanza e la protezione dei giornalisti di aver ricevuto minacce di morte.
Il governatore dello Stato messicano, Cuitláhuac García Jiménez, nel denunciare il “deplorevole omicidio della giornalista María Elena Ferral”, afferma che “a Veracruz l’impunità è finita e nessuno è al di sopra della legge”, ma ha subito ripreso a polemizzare con i giornalisti che reclamano a viva voce giustizia.
Il Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj), non a caso, ricorda che il Messico è uno dei paesi più pericolosi per esercitare la professione giornalistica e Ferral è la seconda giornalista uccisa in Messico nel 2020.
L’11 marzo scorso, infatti, sempre nello Stato di Veracruz, sconosciuti hanno ucciso a coltellate la cronista Mireya Ulloa Valencia, direttore editoriale de La Opinión de Poza Rica. Dal 1994 ad oggi sono, così, 120 i giornalisti e operatori dei media assassinati, dei quali 38 durante l’amministrazione di Enrique Peña Nieto.
Il presidente della Commissione per la vigilanza e la protezione dei giornalisti nel Congresso locale, Maryjose Gamboa, ha condannato l’agguato ed ha chiesto alle autorità responsabili dell’amministrazione della giustizia di Veracruz di indagare per identificare i responsabili dell’omicidio e punirli. Per questo, ha sottolineato Gamboa, è necessario accelerare le indagini ministeriali sugli attacchi ai giornalisti a Veracruz, che continuano a registrarsi nella più totale impunità.
Anche Reporter senza frontiere (Rsf), che lavora per promuovere e difendere la libertà di stampa, ha condannato l’omicidio di María Elena Ferral chiedendo che, sul caso, indaghino le autorità locali e federali. Il coordinatore del gruppo legislativo Pan, Omar Miranda, ha, infine, chiesto alle autorità statali e federali di rafforzare le strategie di protezione per i giornalisti a Veracruz, che è tra gli stati più pericolosi per l’esercizio della professione giornalistica. (giornalistitalia.it)