Dopo lo sciopero dei giornalisti, l’azienda spiega perché oggi la Cigs è l’unica strada

Askanews: “Lotti ci ha messo in grande difficoltà”

Askanews

L’amministratore delegato Daniele Pelli e il presidente Giuseppe Cornetto Bourlot

ROMA – “La cassa integrazione straordinaria è una scelta che mai avremmo immaginato, ma a cui siamo stati costretti per ricostruire l’equilibrio dell’azienda e tutelarne il futuro. Ringraziamo i giornalisti e tutti i dipendenti per lo spirito di solidarietà e confermiamo la volontà di dare continuità alle attività della società, in attesa di una decisione definitiva rispetto all’assegnazione dei lotti relativi alla gara”. Il presidente di Askanews Giuseppe Cornetto Bourlot e l’amministratore delegato Daniele Pelli rispondono, così, alla prima giornata di sciopero effettuata ieri dai giornalisti contro “il comportamento inaccettabile dell’azienda che ha deciso di procedere, unilateralmente, con una brutale richiesta di cassa integrazione al 70%, dichiarando esuberi pari a due terzi dei giornalisti”.
Lunedì scorso, infatti, si è chiuso in Fieg il tavolo di trattativa tra i vertici aziendali di Askanews, i rappresentanti sindacali del Comitato di Redazione e le organizzazioni sindacali “per definire le misure più idonee a far fronte allo stato di difficoltà attraversato dall’azienda”.
Azienda e sindacati non hanno raggiunto un accordo e l’editore ha formalizzato la richiesta della cassa integrazione straordinaria per il periodo che va dal 1° marzo al 31 dicembre 2018: “una misura industriale dolorosa, ma che – a giudizio dell’azienda – si rende necessaria per allineare il costo del lavoro al fatturato non derivante dal contratto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri”.
Secondo l’azienda “la decisione è figlia di una situazione di profonda instabilità e incertezza che si protrae da mesi”, già illustrata alle Parti Sociali in più occasioni dal presidente e dall’amministratore delegato di Askanews.
L’agenzia di stampa e la propria redazione stanno affrontando, già dal 1° ottobre scorso, una situazione di grande difficoltà a causa della lunga e complessa vicenda sui bandi di gara pubblici legati ai servizi di agenzia di stampa e alla conseguente mancata aggiudicazione dei lotti posti a bando.
“Già nel corso del 2017 – spiegano Cornetto Bourlot e Pelli – il Gruppo ha, infatti, dovuto far fronte a un aggravio dei costi, che ha portato a un drastico calo del proprio fatturato e alla costante riduzione del proprio patrimonio netto, arrivato a livelli di criticità. Per tenere in vita la società, che da quando è mancata la commessa pubblica è andata avanti a fatica con le proprie risorse, quest’anno sono stati impegnati 2,5 milioni di euro di patrimonio netto e si procederà ad un’ulteriore capitalizzazione. Investimenti inefficaci, perché segnati da una profonda instabilità, che obbliga la società a bruciare ingenti somme, sia patrimoniali che di cassa”.
“La commessa pubblica – aggiungono presidente e ad – è una risorsa fondamentale per poter garantire gli attuali livelli occupazionali di Askanews, che si era ritrovata, già nel corso del 2017, ad affrontare un danno economico e patrimoniale derivato dal forte contenzioso con il dipartimento editoria, aggravato inoltre dalle continue competizioni per i lotti e i vari ricorsi al Tar. Una situazione di profonda instabilità, derivante da un sistema complesso e articolato di assegnazione dei lotti di gara messi al bando dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che non garantisce la naturale programmazione delle attività, sia della redazione che del resto dell’azienda. Le incertezze che ne derivano mettono ancora più in difficoltà un settore già attraversato da lunghe crisi, settore di cui le agenzie di stampa rappresentano l’ossatura e la garanzia di pluralismo. Nonostante l’incertezza sull’aggiudicazione della gara e i continui ricorsi, la società si è impegnata a far il possibile per garantire continuità alle attività di Askanews, realizzando negli anni investimenti per aumentarne l’offerta tecnologica e commerciale”.
“In questo momento, la cassa integrazione straordinaria è l’unica misura in grado di tutelare i lavoratori e il loro futuro, in attesa di una decisione definitiva rispetto all’assegnazione dei bandi di gara, che ora diventa quanto mai cruciale. (giornalistitalia.it)

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