ROMA – È grave e preoccupante l’atteggiamento dei vertici dell’agenzia Askanews, che a nemmeno 24 ore dalla firma di un pesante accordo di cassa integrazione da parte della redazione, sono tornati all’attacco, chiedendo “risposte strutturali” e facendo presagire nuovi dolorosi interventi sui lavoratori. È stata la stessa azienda a spiegare che la crisi per la quale si è fatto ricorso alla Cigs è dovuta ad un evento eccezionale, cioè il ritardo nell’assegnazione della convenzione di Palazzo Chigi.
La Cigs al 50% dello stipendio, accettata dai giornalisti, serve appunto per consentire all’azienda di fare fronte all’emergenza. Considerando che, alla luce delle ultime decisioni del dipartimento dell’editoria, la firma della nuova convenzione sembra ormai imminente, non si comprende su quali basi si fondi la richiesta di ulteriori “risposte strutturali”, magari veri e propri licenziamenti.
Si vuole usare un’emergenza transitoria e verosimilmente in via di soluzione come pretesto per una decimazione del corpo redazionale? Si tratta di un atteggiamento inaccettabile da parte di un’azienda che vive in maniera significativa grazie ai soldi pubblici, pari a quasi metà del fatturato.
È proprio il management di Askanews a dichiarare che “la commessa pubblica è una risorsa sostanziale per l’equilibrio economico dell’azienda”. A maggior ragione servirebbe un comportamento più rispettoso dei lavoratori.
È opportuno che il Governo continui a seguire con la massima attenzione una vicenda nella quale sono in gioco i posti di lavoro di oltre cento persone. E nella quale il denaro pubblico, prima ancora che il mercato, ha un ruolo così importante: non si può pensare di usare la formula, che sembra sempre più in voga tra gli imprenditori italiani, di privatizzare i profitti e scaricare le perdite – ammesso che ci siano – sui dipendenti e sullo Stato. (giornalistitalia.it)
Damiano (Pd): “24 ore dopo aver incassato l‘accordo l’azienda torna all’attacco”