Pier Paolo Cioni
BOLOGNA – Nonostante i numerosi tentativi di dubbia opportunità da parte del direttivo uscente dell’Associazione Stampa Emilia-Romagna (come quello di pubblicare sul sito ufficiale di tutto il Sindacato e tramite diverse newletter dello stesso organismo di rappresentanza – e non di una singola componente, come sarebbe stato logico – un’indicazione di preferenza su alcuni candidati, discriminando gli altri), i risultati delle elezioni per il rinnovo delle cariche dirigenziali regionali appena conclusasi, hanno segnato una svolta. Soprattutto se si pensa che, per la prima volta, si era scelto di svolgere questa importante consultazione con il sistema del voto elettronico. Nuova procedura che, per esigenze tecnico-informatiche/pratiche, aveva richiesto obbligatoriamente per chi avesse voluto candidarsi, una registrazione preventiva. Infatti, fino alle precedenti elezioni, in Emilia-Romagna erano eleggibili indistintamente tutti gli iscritti in regola con il pagamento delle quote al sindacato regionale.
Dal 5 giugno 2015, un nuovo gruppo di persone, ben cinque su un totale di quindici (escludendo il presidente), sono entrate nel nuovo Consiglio direttivo battendo altrettanti candidati indicati, con le discutibili modalità appena descritte, dal gruppo dirigente uscente. Gruppo di cinque esordienti a cui si sono aggiunti anche altri due eletti (caldeggiati unitariamente dai due schieramenti) per un totale di sette persone che vogliono un sindacato diverso da quello uscente.
Anche la scontata conferma alla presidenza della Bersani, in quanto unica candidata, ha messo in luce un calo del suo gradimento rispetto alla sua prima elezione di quattro anni fa, visto che ha ottenuto 163 voti contro i 254 del 2011 e ben 67 schede bianche.
Un risultato positivo che ha riguardato anche il sottoscritto che solo poco tempo prima era stato sostituito – per volontà di una parte della dirigenza uscente – dal delicato ruolo settennale di probiviro nazionale con un percorso tortuoso e insostenibile dal punto di vista statutario, tanto che è oggetto di un ricorso allo stesso Collegio nazionale dei probiviri.
Nella giornata di lunedì 15 giugno poi, l’Aser ha insediato il nuovo direttivo regionale e il dato elettorale, già di per sé storico, ha avuto un ulteriore seguito visto che, come ha analizzato la confermata presidente Serena Bersani, siamo davanti ad una spaccatura pressoché verticale dello stesso organismo. Infatti, l’esito delle votazioni per le cariche del nuovo esecutivo volute dalla Bersani (Giorgio Maria Leone come vice presidente professionale, Gianluca Croce come vice presidente collaboratore, Giorgio Benvenuti come segretario e Paolo Maria Amadasi come tesoriere) sono passate per un solo voto di scarto, il suo, a seguito di una scheda bianca. Fatto non rilevato, come sarebbe stato giusto e corretto (siamo alle solite!) nello scarno comunicato ufficiale in proposito, pubblicato nel sito dell’Aser. Attualmente, infatti, il direttivo dell’associazione dell’Emilia-Romagna è in un rapporto di forze di 8/7 (escludendo il presidente). 7/7, almeno, se si riconfermerà in futuro la scheda bianca che è comparsa a seguito delle votazioni a scrutinio segreto per eleggere i componenti dell’esecutivo. Un dato oggettivo che avrebbe dovuto consigliare la dirigenza uscente ad una maggiore moderazione e a un logico realismo. Ma tant’è.
Quanto accaduto, spero comunque, costituisca la premessa per una gestione del Sindacato più rispettosa degli Statuti, del pluraslismo interno e capace di rivitalizzare la partecipazione alla vita dello stesso, visto che neppure il ricorso al voto elettronico ha aumentato la partecipazione dei giornalisti e che il numero degli iscritti all’Aser è fermo sostanzialmente allo stesso numero da moltissimi anni. (giornalistitalia.it)
Pier Paolo Cioni
Consigliere Associazione Stampa Emilia-Romagna
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