Gentile Direttore,
vorrei intervenire per evidenziare alcune piccole omissioni e inesattezze sfuggite, certo involontariamente, alla penna di Pier Paolo Cioni (vedi «Aser spaccata a metà, Cioni: “È la svolta”» pubblicato il 17 giugno da Giornalisti Italia, ndr).
Il Consiglio direttivo uscente dell’Aser, da me presieduto, ha reiterato sul proprio sito internet (non esistendo più InformAser cartaceo) una tradizione ultratrentennale, cioè quella di indicare una propria rosa di candidati in occasione delle elezioni per il rinnovo degli organismi dirigenti.
Nessuno è stato discriminato: tutte le candidature sono state, infatti, indicate sul sito. Anzi, io stessa avevo sollecitato i candidati ad inviare per la pubblicazione un proprio profilo, le ragioni della candidatura ed una traccia di programma di mandato. Purtroppo nulla è pervenuto.
Allo stesso modo avevo espresso in Direttivo l’invito a presentare una candidatura alla presidenza alternativa alla mia. Circostanza che tuttavia non si è avverata: chi affermava di volere un sindacato diverso da quello uscente non ha nemmeno saputo proporre un’alternativa alla mia presidenza, con una discesa in campo più leale e trasparente. Avrei preferito competere ad armi pari con un soggetto in carne ed ossa, anziché con un convitato di pietra tenuto strategicamente nell’ombra (il portatore delle 67 schede bianche).
Apprezzo l’entusiasmo da «esordiente» nel Consiglio direttivo, come si è definito Cioni. Mi auguro che altrettanto entusiasmo voglia mettere nell’attività sindacale, evitando comportamenti ostruzionistici, vista l’emergenza vera, quella occupazionale che riguarda tanti colleghi a partire dai meno garantiti.
Certamente nuovi, giovani e in attività sono molti dei colleghi proposti dal Direttivo uscente, alcuni dei quali non sono stati eletti. Forse una minore notorietà ha penalizzato i candidati dell’emittenza locale, un settore alle prese con una crisi senza precedenti.
L’Aser ha voluto proporre un forte ringiovanimento del gruppo dirigente e questa è una condizione assolutamente necessaria per rivitalizzare davvero il Sindacato. Sono dell’idea che non si possa e non si debba fermare la staffetta generazionale.
In merito all’affermato calo del gradimento nei miei confronti, ricordo al collega che basta un semplice confronto proporzionale (254 voti su 350 votanti del 2011, 163 voti su 230 votanti nel 2015) per scoprire che la percentuale di consensi alla presidente è rimasta sostanzialmente inalterata.
Ciò che più ci deve preoccupare è, invece, la disaffezione al voto.
Sulla vicenda del mancato rinnovo alla carica di proboviro nazionale, stupisce come il collega Cioni, che per sette anni ha svolto quel delicato ruolo, si lasci andare pubblicamente a valutazioni del tutto personali prima che il Collegio giudicante abbia preso in esame il ricorso e valutato, senza interferenze esterne, i fatti contestati.
Condivido infine l’auspicio di Cioni che il nostro Sindacato venga gestito nel massimo rispetto degli statuti, che certo non debbono essere interpretati o derogati a proprio vantaggio a seconda delle circostanze.
Serena Bersani
Presidente Associazione della Stampa Emilia Romagna
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