MILANO – Tra gli assolti in un processo a carico di sette persone con l’ipotesi di traffico di materiale “dual use” in violazione dell’embargo, conclusosi a Como, figura anche il corrispondente per l’Italia dell’Irib, il network di Stato della Repubblica islamica. Si tratta del giornalista della Stampa estera Hamid Masoumi Nejad, molto noto in Iran per i suoi servizi dall’Italia.
Su Masoumi Nejad, è stato di recente scritto anche un libro da una giornalista italiana per denunciare i lunghi anni passati senza una sentenza, e per il trattamento ricevuto – compreso il carcere in isolamento – per il sospetto di essere una spia.
“È la fine di un incubo – ha detto all’Ansa – Sono stato portato in carcere, nell’ordinanza c’era scritto che non ero giornalista, e l’associazione dei giornalisti mi ha sospeso solo sulla base delle notizie dei giornali. E poi il carcere, i domiciliari. Ogni volta controlli per strada, o in aeroporto, a me e la mia famiglia. Solo la Stampa estera mi ha dato davvero grande solidarietà. Io in questi anni non ho detto niente ho solo chiesto una sentenza. Ora chiedo una notizia, perché quando mi hanno arrestato sono finito in prima pagina e ora che sono stato assolto spero almeno in un trafiletto, non per me ma per la dignità della mia professione”. (ansa)
Incubo finito per il giornalista Hamid Masoumi Nejad della televisione iraniana Irib
Arrestato e sbattuto in 1ª pagina, era innocente
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