TORINO – Lunedì 2 maggio, probabilmente mentre nella sua sede si stavano ancora ripiegando le bandiere usate al corteo del Primo Maggio, il Comitato Provinciale dell’Arci di Torino ha licenziato senza alcun preavviso la giornalista che da otto anni curava l’ufficio stampa dell’associazione. A denunciare l’accaduto è l’Associazione Stampa Subalpina.
“Il provvedimento è stato motivato con l’intenzione di ‘esternalizzare’ la funzione e, se vogliamo – spiega il sindacato giornalisti del Piemonte – si tratta di un argomento che ne accresce la gravità. Sappiamo bene quanto nel mondo del lavoro la parola ‘esternalizzazione’ faccia rima con ‘precarietà’ e colpisce che anche un’organizzazione da sempre in prima fila nella difesa dei diritti dei lavoratori, alleata della Federazione della Stampa nella battaglia per la libertà dell’informazione, decida di imboccare questa strada. Più ancora colpisce la brutalità con la quale è stato comunicato il provvedimento, un comportamento che credevamo estraneo alla tradizione dell’Arci”.
L’Associazione Stampa Subalpina chiede l’immediato ritiro della lettera di licenziamento e, nel dare il proprio pieno appoggio legale e politico alla collega, fa appello anche alle strutture nazionali dell’Arci perché il comportamento dell’associazione sia coerente con la storia e i valori dei quali essa è da sempre portatrice.
LA FNSI: “LA TRADIZIONE DELL’ARCI NON PUO’ ESSERE SNATURATA DA UN ATTO BRUTALE”
ROMA – “Una tradizione come quella dell’Arci, costruita su valori quali la libertà e la dignità di ogni essere umano, l’uguaglianza dei diritti e la giustizia sociale, la libertà di pensiero e di espressione, i diritti sociali e del lavoro, non può essere snaturata da un atto brutale come il licenziamento della giornalista impiegata nell’ufficio stampa del comitato territoriale di Torino denunciato ieri dall’Associazione regionale di stampa”. Lo affermano il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.
“Siamo convinti – proseguono – che un’organizzazione da sempre in prima fila nella difesa dei diritti dei lavoratori e alleata della Federazione nazionale della stampa italiana nella battaglia per la libertà dell’informazione non possa lasciare che uno dei suoi comitati territoriali tradisca l’identità dell’intera Associazione in nome di un presunto risparmio che l’esternalizzazione del servizio non è detto che garantisca, mentre di sicuro mal si concilia con i valori da sempre difesi dall’Arci. Per questo chiediamo agli organismi dirigenti dell’Associazione di intervenire sulla vicenda del licenziamento della collega torinese e ripristinare così la correttezza del rapporto di lavoro, ridando al contempo lustro all’immagine e alla storia dell’organizzazione”.