Gentile Presidente Maggioni, gentili componenti del Cda Rai,
durante l’ultima puntata di Cartabianca, il direttore del “Fatto Quotidiano” Marco Travaglio ha dichiarato che, passata la stagione di Mani Pulite, i grandi giornali “sono tornati dalla parte dei ladri”, che oggi non ci sono più “gli spazi di libertà e indipendenza” di allora. In pratica, la stampa italiana è stata fatta passare come corrotta e sottomessa a non si sa bene quali poteri.
Di fronte ad accuse così pesanti, peraltro indirizzate indiscriminatamente a così tante testate e redazioni, in una generalizzazione che umilia tutta l’informazione italiana, la reazione della conduttrice Rai è stata di totale silenzio. Accuse passate come se niente fosse, accettate acriticamente. Possibile che i 1.700 giornalisti del servizio pubblico, compresi direttori, mega-dirigenti e direzioni editoriali, accettino che sia proposta un’immagine del genere del giornalismo italiano?
È giusto che ai telespettatori del servizio pubblico sia stata proposta un’informazione di questo tipo?
L’Ordine nazionale dei giornalisti, gli Ordini regionali, l’Usigrai, la Fnsi non hanno nulla da dire?
I tanti giornalisti precari, quelli che spesso lavorano per compensi minimi anche di sei euro a pezzo, meritano veramente di essere umiliati così nella prima serata di una rete della ricchissima (e sprecona) tv pubblica, ed etichettati come persone che stanno “dalla parte dei ladri”?
La mia richiesta del punto di vista dei consiglieri Rai su questo episodio nasce, innanzitutto, dalla considerazione che questo consiglio è composto in gran parte proprio da giornalisti, a partire dalla presidente che ha esercitato la professione come direttore proprio nel servizio pubblico.
Michele Anzaldi
giornalista professionista
deputato Pd alla Camera dei deputati
segretario Commissione Parlamentare
per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi