ROMA – “Ma ci serve veramente questa Rai servizio Pubblico? Aiuta o danneggia il Paese?”. A chiederselo è il giornalista professionista Michele Anzaldi, deputato Pd e segretario della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, facendo alcuni esempi: “ecco cosa ci ha detto il Giornale Radio 1 Rai delle ore 12 e Giornale radio 2 Rai delle ore 12.30 di ieri, sabato 20 agosto: Servizio sui i rifugiati a Calais, fatto dall’inviata Rai da Parigi (Liana Mistretta, ndr) dove la stessa Azienda ha una bella e costosa sede: «…sicurezza a Calais sempre più a rischio con frequenti episodi di intolleranza da parte della popolazione locale, scontri tra migranti stessi costretti a vivere in condizioni disumane e LE DONNE VITTIME DI STUPRI E VIOLENZE». Sentire per credere dal minuto 1:48 http://www.rai.it/…/ContentItem-6dda7c17-cfb7-4bd5-905d-3a3…
“Stupri e violenze, una frase – incalza Anxaldi – buttata cosi! Alla fine del pezzo. Uno scoop non compreso, una notizia nascosta, o l’ennesima papera strapagata dal canone? Facendo la ricerca degli ultimi giorni nelle agenzie e su Le Monde e Le Figarò non si trova nulla. E Allora?”.
“Può – denuncia il parlamentare Pd – il servizio pubblico fare questi errori su un tema ed in un momento così delicato per l’Italia e l’Europa? Quanti erano strapagati e magari sopra il tetto per controllare il pezzo e la messa in onda del servizio?”.
“Questi – taglia corto Anzaldi – sono solo alcuni dei chiarimenti che alla riapertura dei lavori chiederò in Commissione di Vigilanza. E comunque è sempre più difficile rispondere a Enrico Mentana quando dice «Quale è la differenza nell’informazione tra Servizio Pubblico e tv commerciale? O forse ogni giorno la risposta diviene sempre più facile!»”.
Ed a proposito di qualità del servizio e trasparenza in Rai, l’Agenzia Giornalistica Italia ricorda che, appena il giorno prima, Michele Anzaldi, in un’intervista al quotidiano romano Il Tempo, ha affermato che, “quando si viene chiamati a ricoprire alti ruoli, se si lascia l’incarico, il giorno dopo si debba concludere quel rapporto di lavoro, come nelle aziende private. I dirigenti Rai chiamati ai ruoli apicali dovrebbero rinunciare all’articolo 1 o addirittura terminare il contratto come avviene per i direttori dei giornali: se non c’è più bisogno di loro non devono avere paracadute dorati”.
“Servirebbe – ha detto ancora il deputato – più trasparenza, andrebbe chiarito se a queste persone sia stato offerto tre volte un incarico alternativo e loro, o perché lo trovavano dequalificante o faticoso o semplicemente non gli piaceva, lo hanno rifiutato e sono finiti a disposizione. Questo andrebbe fatto con trasparenza, si dovrebbe sapere”.
Sul caso dell’assunzione del nuovo capo della sicurezza, Anzaldi annuncia un’interrogazione in Commissione di Vigilanza, per sapere per quale motivo l’azienda abbia deciso di affidarsi ad una società piccola, con un fatturato cosi’ basso”. Va, insomma, chiarito “perché l’agenzia incaricata di trovare il chief security officer abbia indicato il figlio di un suo azionista”.
A giudizio di Anzaldi “l’azienda è a un punto di svolta: dovrebbe concentrarsi sul Contratto di servizio e capire che la vera differenza tra tv commerciale e servizio pubblico è l’informazione. Ha ragione Minoli quando dice che i soldi in più acquisiti con il canone in bolletta andrebbero dati a chi fa veramente servizio pubblico e non necessariamente alla Rai”.
“In questa stagione estiva – ha sottolineato il parlamentare – la critica tv discute di come stia riuscendo a fare cultura un nuovo talent, Master of Photografy, con Oliviero Toscani. Lo produce Sky, non Viale Mazzini… Molte cose buone stanno venendo fuori, sono però preoccupato per alcuni scivoloni e per la riduzione dell’informazione. Quest’anno, probabilmente, la prima trasmissione di informazione politica sarà su La7”. (giornalistitalia.it)