NAPOLI – Aggredito dai responsabili di un’azienda su cui stava cercando di fare un servizio e telecamera in mille pezzi: è quanto accaduto, nella notte di venerdì nel napoletano, al giornalista Antonio Crispino, che ha realizzato numerose videoinchieste per Corriere.it, la testata on line del Corriere della Sera.
È lo stesso Crispino a raccontare come sono andati i fatti attraverso un post sulla sua pagina Facebook: «Questo è quello che resta della mia telecamera dopo l’ennesima aggressione di ieri notte. Alcuni pezzi non sono riuscito a recuperarli, sono all’interno della Mi.So, una società in provincia di Napoli che si occupa di trattamento di rifiuti animali. Ero lì perché da alcune ore emanava un lezzo nauseabondo che ammorbava l’aria di mezza provincia. In verità, è una situazione che si ripete da anni. Ma ieri sera (venerdì, ndr) veramente si moriva».
«Fuori ai cancelli di questa azienda – scrive Antonio Crispino su Facebook – si erano riversate decine di persone, nonostante fossero le tre di notte. Quando sono arrivato c’erano già alcuni responsabili a cui ho semplicemente chiesto: “Cosa sta trattando questa azienda che puzza così tanto? Che problemi ci sono?”. Una domanda, solo una domanda. “Ti devi fare i cazzi tuoi” mi ha detto uno di loro. Poi i giannizzeri mi hanno letteralmente afferrato e trascinato all’interno del cortile. Hanno spaccato tutto. Non lo hanno fatto in una campagna isolata o nel buio della notte. Lo hanno fatto platealmente davanti a decine di persone, davanti a due pattuglie dei carabinieri, davanti a decine di telefonini che riprendevano».
E ancora: «“Non fa niente, vuoi mettere la soddisfazione di avergli spaccato tutto a sto pezzo di merda?” dicevano a chi gli faceva notare la gravità di quello che avevano appena fatto. Pensavo di recuperare la registrazione di quanto accaduto per la denuncia ma niente, la telecamera è irrimediabilmente fuori uso».
«Se tra i miei contatti c’è qualcuno che era presente – è l’appello del giornalista napoletano – e ha avuto modo di conservare il video dell’accaduto lo prego di mettersi in contatto con me. Faremo l’ennesima denuncia. Lo so, suona male ma questa è la realtà. Una realtà che tristemente si sta ripetendo troppo spesso e che ancora una volta si perderà tra le carte bollate, finte dimostrazioni di solidarietà e morboso voyeurismo virtuale. Tanto domani si ricomincia, ognuno per la sua strada, in fondo è solo un giornalista e si sa… i giornalisti sono abituati a queste cose».
Per la verità, Antonio Crispino non è nuovo alle aggressioni, quantomeno a quelle verbali: lo scorso 29 luglio, infatti, aveva denunciato ai Carabinieri di Frattamaggiore (Napoli) le minacce ricevute, nella stessa mattinata, con due telefonate anonime arrivate sul suo cellulare. Inchieste, le sue, evidentemente scomode, ma che gli sono valsi già diversi e importanti riconoscimenti, tra cui il Premio Giancarlo Siani nel 2013 e il Premio – consegnatogli a Benevento – intitolato alla memoria di Santo Della Volpe, giornalista Rai e presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, scomparso nel luglio dell’anno scorso. (giornalistitalia.it)