SAN BIAGIO DI CALLALTA (Treviso) – La crisi non risparmia la storica emittente trevigiana Antenna Tre Nordest ed il Gruppo TVision cala la mannaia sui dipendenti dichiarando 31 esuberi su 66 dipendenti. Anche se l’emittente punta l’indice sui contributi mai arrivati da parte dello Stato e il calo della pubblicità.
Il piano di ridimensionamento “lacrime e sangue”, presentato, nella sede di San Biagio di Callalta, dall’amministratore delegato Antonino Barcella al segretario generale della Slc Cgil, Mariagrazia Salogni, ed al segretario del Sindacato giornalisti del Veneto, Massimo Zennaro, prevede 18 esuberi tra il personale tecnico e amministrativo e 13 tra i giornalisti. Un piano che, nella sostanza, dimezza la forza lavoro “unica via di uscita”, secondo l’azienda, “per fronteggiare la pesante crisi che sta mettendo a rischio l’emittente” dopo due anni particolarmente travagliati.
Dopo la chiusura delle sedi di Belluno e Trieste, col trasferimento dei dipendenti nella sede di San Biagio di Callalta, nel Trevigiano, l’azienda ha deciso di chiudere anche le sedi di Padova e Udine e le redazioni dei telegiornali locali di Padova, Udine, Trieste e Belluno. Una scelta pesante, ma obbligata che, a giudizio dell’azienda, non penalizzerà la vocazione regionale dell’emittente che manterrà il notiziario veneto con i servizi confezionati dal consorzio di emittenti locali formato dalla stessa Antenna Tre, da Tva Vicenza, Telenuovo Verona e Tele Chiara per Padova.
Sullo stato di crisi, il Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti del Veneto ha espresso “viva preoccupazione” sottolineando che “le chiusure priverebbero il mondo dell’informazione (e non soltanto quello veneto) di una voce autorevole e apprezzata da un largo pubblico incidendo anche sul pluralismo dell’informazione nel Nordest, e per di più comporterebbe una drastica riduzione del personale giornalistico, tecnico e amministrativo del gruppo in un momento di diffusa e grave crisi occupazionale del settore nella nostra regione”.
Dopo due giorni di sciopero indetto da Cdr ed Rsu dei lavoratori ai primi di maggio, sono arrivate ai dipendenti delle sedi esterne le lettere di trasferimento nella sede centrale. L’accorpamento non esclude, però, il taglio del personale visto quanto comunicato ai dipendenti dall’amministratore delegato, il quale ha inoltre ribadito quanto già lamentato lo scorso anno, ovvero il grave e continuo ritardo nell’erogazione dei contributi del fondo per l’emittenza televisiva locale privata, peraltro sempre più ridotto, da parte del competente ministero. La società avanzerebbe, infatti, contributi per alcune annualità ed è stata costretta a una diffida legale nei confronti del Ministero. Il ritardo coinvolgerebbe anche un anno di fondi relativi alla solidarietà e alla cassa integrazione in deroga che l’azienda deve anticipare.
Il Consiglio dell’Ordine del Veneto, nell’esprimere “totale solidarietà ai colleghi giornalisti, ai tecnici e al personale amministrativo dell’azienda e assicurando il proprio costante e attivo interessamento alla vicenda, auspica che l’azienda e le istituzioni pubbliche preposte locali e centrali, possano trovare adeguate soluzioni per garantire la sopravvivenza di Antenna Tre Nordest, in primis attraverso il mantenimento dei posti di lavoro che assicurano il sostentamento dei dipendenti e delle loro famiglie; invita i parlamentari veneti a farsi portavoce con il Governo delle istanze non solo di Antenna Tre Nordest ma dell’intero comparto dell’emittenza televisiva locale che è attanagliata da una grave crisi seguita agli ingenti investimenti per il digitale terrestre, e i futuri rappresentanti della Regione Veneto a definire rapidamente i criteri e il bando per l’accesso ai contributi previsti dalla Legge regionale per l’editoria appena approvata dal Consiglio regionale su proposta dell’Ordine dei Giornalisti e del Sindacato dei Giornalisti del Veneto”.
Storica emittente in crisi per contributi pubblici mai arrivati e calo della pubblicità