CATANIA – Trepidante attesa sul destino dell’emittente televisiva Antenna Sicilia. Domani, nella sede di Catania della Regione Siciliana, la Sige, società che fa capo alla famiglia Ciancio e proprietaria di Antenna Sicilia, farà sapere ai sindacati e all’assessore regionale al lavoro se accetterà o meno la proposta fatta dai lavoratori di rilevare l’azienda per evitare i 16 licenziamenti decisi per motivi economici.
L’Associazione Siciliana della Stampa, guidata dal segretario Alberto Cicero, in una nota congiunta con i sindacati dei tecnici e degli impiegati amministrativi, Slg-Cgil e Fistel-Cisl, sottolinea che “sino a questo momento l’azienda Sige non ha ancora dato una risposta alla proposta inoltrata ufficialmente all’assessore regionale Bruno Caruso che su questo argomento ha offerto la sua mediazione. Così come, l’azienda non ha ancora indicato il tecnico che dovrebbe avviare la trattativa sulla valutazione dell’emittente.
“Un atteggiamento di chiusura ingiustificato – denunciano le organizzazioni sindacali – che suona come offesa non solo ai lavoratori e ai loro rappresentanti, ma anche alle istituzioni (dal sindaco Enzo Bianco al Consiglio comunale di Catania) e allo stesso assessore che questo progetto di working buyout hanno inteso appoggiare o comunque valutare nella sua intera complessità”.
Nella sede della Regione, a latere del tavolo di consultazione sindacale al quale siedono i sindacati Slg-Cgil, Fistel-Cisl e Associazione Siciliana della Stampa, è stato convocato anche, con procedura inusuale e in una sede inedita, il funzionario dell’Ufficio del Lavoro che dovrebbe sancire la conclusione della trattativa sindacale prevista dalla legge sui licenziamenti collettivi.
Intanto, tutti i lavoratori di Antenna Sicilia, dai tecnici ai giornalisti, pur consapevoli della drammaticità della situazione e pur non percependo gli stipendi da agosto, continuano a lavorare col massimo impegno e con la massima professionalità che mandano in onda i Tg anche in queste difficili settimane di trattative con la incombente minaccia dei licenziamenti .
“Lo fanno – spiegano Assostampa, Cgil e Cisl – per i telespettatori che ci seguono ormai da 36 anni (e che forse presto troveranno al nostro posto un’altra sigla e un altro telegiornale acquistato e prodotto altrove), perché intendiamo rispettare loro, la nostra storia umana e professionale, il nostro lavoro e la funzione di informare correttamente i cittadini. Come hanno sempre fatto dal 1979 sino ad oggi. E come adesso l’azienda Sige, della famiglia Ciancio, ha deciso di non farci più fare”.
La famiglia Ciancio dovrà comunicare se intende cedere l’azienda ai lavoratori