TREVISO – Da 6 mesi senza stipendio, i 56 lavoratori di Antenna 3, assistiti dal cdr e dal Sindacato Giornalisti Veneto si sono rivolti al Prefetto di Treviso ed al Commissario nominato dal Tribunale per seguire il concordato preventivo richiesto dall’editore Thomas Panto.
Dal 1° giugno, comunque, i lavoratori stanno garantendo, senza sosta e in autogestione, la produzione e la messa in onda dei tg e degli approfondimenti giornalistici, “consapevoli che l’interruzione delle trasmissioni, si tradurrebbe in un danno irreparabile per Antenna 3, leader sul mercato proprio per la riconosciuta qualità e affidabilità dell’informazione”.
“La scelta di Panto di presentare l’istanza di concordato preventivo – ricorda il Sindacato dei giornalisti guidato da Monica Andolfatto – è arrivata al termine di una lunga e complessa trattativa che le parti sociali avevano condotto in maniera responsabile per attuare l’affitto di ramo d’azienda prospettata dallo stesso Panto quale unica chance di sopravvivenza rimasta per la storica emittente locale. A oggi, però, si constata l’assoluto silenzio sul futuro dell’impresa, sulla tutela occupazionale, sul recupero delle retribuzioni arretrate e sul pagamento di quelle correnti”.
Il Sindacato Giornalisti Veneto e il Cdr di Antenna 3 fin dall’avvio di questo complesso tavolo di confronto hanno sempre posto al centro la salvaguardia dei posti di lavoro di pari passo alla sostenibilità dei costi gestionali dell’impresa.
“I lavoratori – sottolinea il Sindacato – la loro parte l’hanno fatta da subito accettando sacrifici e tagli in busta paga: dal ripetuto ricorso agli ammortizzatori sociali al passaggio al part time, alle perduranti dilazioni nel saldo delle mensilità. Il tutto sullo sfondo di precisi impegni presi dall’editore e poi disattesi”.
Sindacato e Cdr ricordano, quindi, di aver “sempre agito nella massima trasparenza anche nell’invocare un Comitato di garanzia per sottolineare la peculiarità e la specificità di un’azienda che assicura un servizio pubblico al territorio e alle sue diverse componenti, contribuendo a garantire quel pluralismo informativo, presupposto fondamentale di una società democratica e libera”. Da qui l’appello accorato al mondo istituzionale, economico, sociale e politico affinché Antenna 3 possa continuare a vivere.
In autogestione con gli altri dipendenti (non pagati) per non disperdere un patrimonio