VENEZIA – Incontrerà il Comitato di redazione di Antenna 3 e la rappresentanza del Sindacato giornalisti del Veneto lunedì prossimo, 11 luglio, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dopo la lettera inviatagli da Cdr e Assostampa per illustrare, appunto, al governatore – e agli assessori regionali – la difficile situazione che si trova ad affrontare l’emittente televisiva. Ecco il testo integrale della missiva trasmessa a Zaia:
Come di sicuro avrete appreso dai giornali, che in questi ultimi giorni si sono ripetutamente interessati della vertenza in atto, Antenna 3 sta vivendo il momento più difficile di una crisi che rischia di spegnere per sempre una delle tv più radicate e più seguite nel territorio veneto.
Una parabola discendente iniziata nel 2011, complici la rivoluzione radicale che ha travolto il settore radiotelevisivo privato con il passaggio al digitale e una gestione aziendale spesso non all’altezza del compito assunto e degli impegni presi.
Per quanto di competenza, i dipendenti la loro parte l’hanno svolta con senso di responsabilità e spirito di sacrificio encomiabili, credendo nel ruolo sociale di chi fa giornalismo, a tutela di quel pluralismo informativo che non a caso è considerato all’unanimità garanzia e presidio di democrazia.
Da sette mesi senza stipendio, costretti ad anticipare i soldi per benzina e autostrada, senza alcuna certezza riguardo il futuro professionale e lavorativo, ogni santo giorno puntuali assicurano la messa in onda dei tg che raccontano la gente, i fatti, i sogni, le difficoltà della nostra regione. Diventano di fatto azionisti di maggioranza di Antenna 3, come lo sono tutti i cittadini visto le decine di milioni di finanziamenti statali incamerati dalla tv, grazie alle provvidenze pubbliche previste dalla legge sull’editoria.
Questo dopo aver sopportato due anni di cassa integrazione, un anno di solidarietà e, da ultimo, la riduzione dell’orario di lavoro al 60% perché l’editore Thomas Panto e i suoi consulenti avevano dichiarato al tavolo sindacale che così facendo si sarebbe raggiunta la sostenibilità finanziaria.
Lo scorso 1° giugno, a conclusione di una sofferta trattativa scaturita dalla proposta di affitto di ramo d’azienda da parte di Eu Regional Media srl (socio di maggioranza una novantenne londinese), la doccia fredda: Thomas Panto chiede al Tribunale di Treviso il concordato preventivo. I dipendenti lo apprendono da un lancio Ansa, dopo che parti sociali, Antenna 3 ed Eu Regionale Media avevano sottoscritto un accordo che garantiva la piena occupazione: carta straccia!
Sindacato Giornalisti Veneto e Cdr lanciano un appello affinché si costituisca un Comitato di garanzia a sottolineare che, senza nulla togliere alla gravità delle altre crisi aziendali, la specificità del “prodotto informazione” esige un approccio sistemico che coinvolga il mondo istituzionale, politico, culturale, universitario, economico.
Ed è questo che Sgv e Cdr espongono nell’incontro sia con il Prefetto di Treviso, Laura Lega, che con il commissario giudiziale, Roberto Cortellazzo Wiel.
Il 29 giugno Thomas Panto e Roberto Paladin, referente quest’ultimo di Eu Regional Media, annunciano al Cdr l’esubero di metà dei 56 dipendenti: 16 giornalisti e 40 fra tecnici e amministrativi. Il tavolo salta l’indomani con Sgv che dichiara non vi siano più le condizioni di credibilità e affidabilità per continuare il confronto.
Oggi il tempo sta scadendo. Il Tribunale di Treviso nel recepire l’istanza di concordato ha indicato nella procedura competitiva la strada da percorrere per sondare l’eventuale interesse di altri imprenditori, del settore o meno, di rilanciare Antenna 3.
A voi tutti, rappresentanti della gente veneta, chiediamo di farvi interprete in tutte le sedi opportune per fare in modo che l’attenzione sul destino di Antenna 3 rimanga desta, consapevoli che in ballo non c’è solo la sopravvivenza e la rinascita di una delle realtà storiche se non pionieristiche dell’emittenza tv locale, bensì un “bene” che appartiene a tutti noi.