ANGERS (Francia) – 300 delegati della Federazione Internazionale dei Giornalisti (Ifj) hanno marciato, ieri, per le strade della città di Angers, Francia, ricordando i giornalisti uccisi nell’esercizio della loro professione.
I delegati che partecipano al Congresso mondiale della Ifj, in programma ad Angers fino a domani, tra cui la delegazione della Fnsi, hanno deposto una rosa bianca davanti alla targa commemorativa per Camille Lepage, la giornalista francese di 26 anni uccisa il 12 maggio 2014 nella Repubblica Centrafricana. Accanto ai tanti giornalisti presenti, anche la madre della Lepage, Maryvonne.
Camille, nel Paese africano per realizzare un reportage, si trovava vicino al confine con il Camerun quando si è trovata nel bel mezzo dei combattimenti. Le circostanze della sua morte restano, però, un mistero. “Uninvestigated”, riportano le fonti ufficiali.
Il presidente della Ifj, Jim Boumelha, durante la commemorazione ha sottolineato come “la morte di un giornalista, così come è accaduto a Camille, è un fatto assolutamente doloroso. Di più, è un’ingiustizia. L’uccisione di giornalisti non colpisce solo i giornalisti, i media e le organizzazioni sindacali, ma rappresenta una preoccupazione, un allarme per l’intera società”.
Non a caso l’Ifj porta avanti da anni una campagna su larga scala per denunciare l’impunità dei crimini perpetrati contro i giornalisti. Si indaga solo su un omicidio su 10 – questi i dati raccolti dalla Federazione internazionale della stampa – e, dunque, l’impunità resta la minaccia più alta per la libertà di stampa nel mondo.
L’Ifj ribadisce da Angers il suo invito ai governi del mondo a fare il possibile per assicurare gli assassini dei giornalisti alla giustizia. (giornalistitalia.it)