PAVIA – Un nuovo sopralluogo in Ucraina, nella regione del Donbass, nell’area nella quale il 24 maggio 2014 venne ucciso Andy Rocchelli, 30 anni, il fotoreporter pavese che stava realizzando un reportage sulle sofferenze della popolazione civile durante il conflitto tra separatisti filorussi ed esercito ucraino.
A chiederlo è stato l’avvocato Raffaele Della Valle, difensore di Vitaly Markiv, 29 anni, il cittadino italo-ucraino (con doppia cittadinanza) accusato di aver esploso i colpi di mortaio che uccisero Rocchelli e il giornalista russo Andrei Mironov. Nell’agguato rimase ferito gravemente anche il giovane fotografo francese William Roguelon.
Il legale ha formulato la sua richiesta nel corso della nuova udienza del processo, svoltasi questa mattina in Tribunale a
Pavia. Stamane (dopo l’esame di alcune questioni procedurali) sono stati ascoltati due testimoni, un carabiniere e un imprenditore italiano che era proprietario di una fabbrica di piastrelle nella regione del Donbass dove è avvenuto l’agguato mortale. Ad entrambi è stato chiesto di ricostruire il contesto, geografico e militare, nel quale è avvenuto il fatto.
«Si trattava di un chiaro scenario di guerra – ha commentato, a fine udienza, l’avvocato Della Valle –. I colpi di mortaio sono stati esplosi a una distanza di almeno due chilometri da dove si trovavano i giornalisti. Comunque è indispensabile un sopralluogo sul posto, perché non si possono dedurre conclusioni solo guardando le carte geografiche».
Il processo riprenderà venerdì 30 novembre: nella prossima udienza è prevista la testimonianza del fotoreporter francese William Roguelon, l’unico sopravvissuto all’agguato. (ansa)
Il processo per l’omicidio del fotoreporter di Pavia riprenderà il 30 novembre