Mattarella per il 25° del Foglio. Verna: “Grazie per l’appello a una stampa libera e plurale”

“Andare oltre la notizia richiede qualità e onestà”

Carlo Verna e Sergio Mattarella

ROMA – «Accogliamo con gratitudine le parole presidente Sergio Mattarella che, in occasione del 25° anno vita del quotidiano Il Foglio, ha inviato alla testata un messaggio nel quale ribadisce ancora una volta come la professione giornalistica costituisca in questi tempi una delle frontiere dell’innovazione e come si interroghi sulle modalità del proprio esercizio per garantire i principi irrinunciabili della libertà, dei diritti dei cittadini, dell’autonomia, e del pluralismo».
Lo afferma il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Verna, dicendo grazie al Presidente della Repubblica per aver ricordato che «soltanto una stampa libera e plurale può presidiare efficacemente i limiti dei poteri pubblici senza travalicare essa stessa i limiti del proprio ruolo nei confronti dei cittadini».
«Il compleanno del Foglio – ha scritto, infatti, Mattarella al quotidiano fondato da Giuliano Ferrara diretto da Claudio Cerasa – è una notizia di grande significato per l’informazione e l’editoria italiane.
Venticinque anni rappresentano una soglia di maturità che, certo, non rimuovono la carica giovanile, e tuttavia danno consapevolezza di aver accumulato esperienze importanti, di aver contribuito a conoscenze e riflessioni, fornendo pensiero critico e analisi utili alla pubblica opinione».

Claudio Cerasa

«Sono stati – ricorda il Capo dello Stato – venticinque anni molto intensi per la società, per le sue istituzioni, per le forme e i contenuti del confronto politico, economico, culturale. Anni segnati, potremmo anche dire trainati, da straordinarie accelerazioni nei cambiamenti che hanno riguardato ogni ambito di vita delle persone e delle comunità. In questo quarto di secolo il panorama dell’editoria e del giornalismo si è trasformato, e quella della comunicazione costituisce indubbiamente una delle frontiere più avanzate e mobili dell’innovazione».
«Opportunità e rischi – evidenzia Mattarella – si rincorrono, la necessità di mutamenti sollecita nuovi progetti, e questi non di rado divengono sfide in condizioni più complesse. La professione giornalistica è interrogata in profondità sulle modalità del suo esercizio, e sui principi irrinunciabili atti a garantire libertà, diritti dei cittadini, autonomia, pluralismo. Soltanto una stampa libera e plurale può presidiare efficacemente i limiti dei poteri pubblici senza travalicare essa stessa i limiti del proprio ruolo nei confronti dei cittadini».
«Anche per questo – aggiunge il Presidente della Repubblica – sottolineare un compleanno così importante è un’occasione preziosa. Consente di riflettere, insieme, sui tempi nuovi e sui valori a cui non si intende derogare, sulla storia che ci sta alle spalle e su quella che si vuole costruire. Il Foglio tiene giustamente alla propria originale identità e ogni giorno si confronta con una realtà che presenta molteplici sfaccettature e diverse chiavi interpretative».
«Tentare di andare oltre la notizia – ricorda Mattarella – richiede qualità, ma al tempo stesso onestà intellettuale, visione, apertura al libero confronto. Uscire dalla pandemia, ricostruire le reti che fanno vivere la nostra società, avviare una fase di sviluppo più sostenibile insieme all’Europa, che sta cambiando marcia e di cui siamo parte essenziale, è un’impresa di portata storica. Un’impresa che richiede l’impegno e lo sforzo creativo di tutti».
Il Presidente della Repubblica ha, quindi, formulato «i migliori auguri al direttore, al fondatore del Foglio, all’editore e a tutta la redazione, che quotidianamente si misura sull’attualità con passione, sollecitando spirito critico con l’intento di contribuire a quel dibattito, a quella crescita culturale, che nella pluralità può arricchire il nostro patrimonio comune».

Giuliano Ferrara

E non poteva mancare il ricordo del fondatore Giuliano Ferrara, che diede vita all’avventura il 30 gennaio 1996: «Vent’anni fa, quando il Fogliuzzo era ancora un bambino berlusconiano pop di cinque anni, a Roma si tenne un grande Anno giubilare convocato da san Giovanni Paolo. E sfilò a giugno anche un gay pride, un corteo per l’orgoglio omosessuale che a luglio il Papa condannò come uno sfregio, sia pure con parole misurate, non apocalittiche, in un certo senso laiche, e che aveva fatto infuriare polemiche con la decisione del sindaco Rutelli di togliere il patrocinio alla manifestazione, diciamo così, per lesa santità dell’Urbe».
«Il Fogliuzzo – ricorda Ferrra – era giovanpaolino, adorava le frotte di papaboys sciamanti nella Città eterna, pubblicava testi papali significativi anche in latino, giocava come sempre con le idee più estreme radicali e scorrette, e il cristianesimo attivo e politico del conservatore Wojtyla era della partita, così ci immergemmo in quella strana estate di spiritualità collettiva, di devozione nello spazio pubblico, connotata da fede senza particolare ostentazione, fede con buon gusto civile». (giornalistitalia.it)

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