BARI – Si allungano i tempi per il ritorno in edicola della Gazzetta del Mezzogiorno. La procedura fallimentare per l’assegnazione della testata si appesantisce di due nuove questioni: un reclamo della società Ecologica del gruppo Miccolis (la cui offerta ha vinto) contro l’ammissione al voto della proposta della concorrente Ledi del gruppo Ladisa; e l’opposizione della stessa Ledi alla omologa della proposta votata e approvata, cioè quella di Ecologica.
La Gazzetta non è in edicola dall’1 agosto. Un mese dopo, l’1 settembre, il Tribunale fallimentare di Bari, preso atto dell’esito della votazione della assemblea dei creditori di Mediterranea, società proprietaria della testata, ha approvato la proposta concordataria di Ecologica, assegnando 15 giorni per eventuali opposizioni. L’opposizione di Ledi è stata depositata ieri ed è basata, a quanto si apprende, su motivi tecnici di regolarità della procedura. Entro 5 giorni deve essere notificata a Ecologica e poi il Tribunale ha altri 15 giorni per fissare l’udienza.
Nel frattempo, però, il 27 settembre si discuterà il reclamo di Ecologica. La società del gruppo Miccolis il 12 agosto, prima che i creditori votassero e quindi prima che vincesse, aveva impugnato la decisione di mettere al voto entrambe le proposte.
Il 6 settembre, poi, questo reclamo è stato notificato a Ledi. Ecologica non vi ha rinunciato, nonostante avesse vinto, perché – spiegano – l’eventuale accoglimento del reclamo farebbe venir meno la legittimazione di Ledi alla opposizione. Alle luce di queste due vicende in sospeso potrebbe quindi slittare l’udienza di omologa che era prevista per il 4 ottobre.
«Gli ultimi aggiornamenti che arrivano dal Tribunale di Bari sulla procedura fallimentare della Gazzetta del Mezzogiorno – commenta il Comitato di redazione – creano forte allarme e preoccupazione nella comunità dei giornalisti e lavoratori del quotidiano, lontano dalle edicole ormai dallo scorso 2 agosto.
Gli effetti di un allungamento dei tempi, che porteranno all’omologa e alla assegnazione definitiva della storica testata ad un nuovo proprietario, possono incidere pesantemente sui futuri scenari aziendali».
Il Cdr annuncia che «vigilerà affinché non vengano poste in atto azioni dilatorie e perciò strumentali, che possano ulteriormente danneggiare la prospettiva occupazionale dei lavoratori». «L’attuale orizzonte – continua – è reso ancora più nebuloso dalla scadenza degli ammortizzatori sociali per i lavoratori a partire dal 10 ottobre prossimo».
«L’auspicio – afferma il Cdr – è che, pur senza comprimere i diritti di alcuno, i tempi della giustizia possano essere i più brevi possibili. Nessuno speculi ulteriormente sulla pelle dei giornalisti e lavoratori della Gazzetta, da un mese e mezzo congelati da una dialettica della procedura fallimentare che li vede attualmente tutti in cassa integrazione a zero ore. Ciò non consente di programmare un rapido ritorno nelle edicole mentre, paradossalmente, Ledi risulterebbe addirittura impegnata in surreali “casting” tra gli stessi dipendenti della Gazzetta per arruolare forza lavoro al servizio di una nuova iniziativa editoriale concorrente». (ansa)