In arrivo la delibera sull’esposto fatto dall’Usigrai ad aprile. I nomi resi noti dal Fatto

Anac pronta a contestare i contratti Rai fuorilegge

il-fattoROMA – È in arrivo, a quanto si apprende da fonti parlamentari, la delibera dell’Anac sull’esposto fatto dall’Usigrai ad aprile contro le nomine di alcuni dirigenti esterni, ritenute contrarie alle disposizioni del Piano anticorruzione della Rai.
Il documento non farebbe alcun nome in particolare, ma farebbe riferimento al mancato rispetto delle norme previste dal Piano Anticorruzione (approvato dal Consiglio di amministrazione della Rai il 26 gennaio, che introduce l’obbligo di effettuare il cosiddetto job posting, ndr). Quanto al numero di dirigenti “illegittimi” sarebbero meno di dieci.
La delibera sarebbe stata votata ieri dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, ma mancherebbero ancora alcuni passaggi necessari a perfezionare l’atto che deve, infatti, essere ancora firmato dal presidente Raffaele Cantone e protocollato. Passaggi che dovrebbero arrivare a stretto giro in modo da consentire all’Anca di inviare alle parti (Usigrai e Azienda) la delibera questo pomeriggio. (Adnkronos)
L’approvazione del Ddl editoria al Senato che, tra l’altro, mette il tetto di 240 mila euro agli stipendi Rai, fa dunque tornare d’attualità lo scoop estivo de “Il Fatto Quotidiano” che ha reso noti i “super stipendi dell’era renziana”.
Il 24 luglio scorso, infatti, il collega Carlo Tecce, aveva osservato che “la stagione della sobrietà in Italia, nell’immaginario collettivo sfoggiata da Mario Monti con il loden, ha colpito per un attimo anche i dirigenti pubblici con l’avvento del tetto di 240.000 euro ai compensi dei dirigenti delle società controllate dallo Stato”.
“L’ex direttore generale Luigi Gubitosi – evidenziava Il Fatto – ha costruito il tetto in Viale Mazzini, ma è durato il tempo, esiguo, di emettere un titolo di debito (bond in inglese) per raggirare la norma: il tetto non vale, infatti, per le quotate e per chi emette sul mercato titoli di debito. Viale Mazzini ha importato l’astuto espediente sfruttato da numerose aziende pubbliche. E ora le cifre.
Campo Dall’Orto ha seguito l’esempio di Gubitosi, il mandato è triennale e dunque il contratto è triennale (criterio che ha imposto agli esterni di recente assunti): la retribuzione di Cdo è 650.000 euro l’anno. Il secondo stipendio di Viale Mazzini non è del presidente Monica Maggioni (270.000 euro da giornalista più circa 66.000 euro come indennità di consigliere), ma di Antonio Marano (392.000), scaltro dirigente, ex responsabile dei palinsesti, appena rientrato a Milano per guidare Rai Pubblicità. In questa classifica, Marano stacca di molto l’amministratore delegato della stessa Rai Pubblicità Fabrizio Piscopo (322.000). Dopo Marano c’è Giancarlo Leone (360.000 euro), da oltre vent’anni in Viale Mazzini, già capo di Rai Cinema e dell’ammiraglia Rai1”.
Nell’articolo si faceva riferimento anche ai direttori dei telegiornali: “Ilaria Dallatana (Rai2, ex Magnolia) e Daria Bignardi (Rai3, ex conduttrice) percepiscono lo stesso compenso, 300.000 euro per tre anni, 20.000 in meno dei predecessori Andrea Vianello e Angelo Teodoli. Per l’esattezza, lo stipendio di Teodoli (Rai4) è di 326.000 euro”. Ed ancora: “Carlo Verdelli (320.000), Mario Orfeo (320.000), Marcello Masi (280.000), Bianca Berlinguer (280.000), Giovanni Parapini (260.000), Tinni Andreatta (272.000)”. (giornalistitalia.it)

I commenti sono chiusi.