ROMA – Cinque anni e due mesi per Carlo De Benedetti (presidente del Gruppo editoriale L’Espresso, ndr) e Franco De Benedetti, un anno e 11 mesi per Corrado Passera, assoluzione per Roberto Colaninno che era stato chiamato in causa per un solo caso di lesioni colpose e così pure per Camillo Olivetti e Onofrio Bono.
È la sentenza emessa poco fa dal Tribunale di Ivrea nell’ambito del processo sulla presenza di amianto all’Olivetti in cui erano imputate 17 persone.
La procura aveva chiesto sei anni e 8 mesi per Carlo De Benedetti, sei anni e 4 mesi per Franco De Benedetti, tre anni e sei mesi per Corrado Passera e l’assoluzione per Roberto Colaninno.
«Sono stupito e molto amareggiato per la decisione del tribunale di Ivrea di accogliere le richieste manifestamente infondate dell’accusa – ha commentato l’ingegner Carlo De Benedetti preannunciando il ricorso in appello –. Sono stato condannato per reati che non ho commesso, come ha dimostrato l’ampia documentazione prodotta in dibattimento sull’articolato sistema di deleghe vigente in Olivetti e sul completo e complesso sistema di tutela della sicurezza e salute dei lavoratori, da me voluto e implementato fin dall’inizio della mia gestione».
«I servizi interni preposti alla sicurezza e alla salute dei lavoratori e alla manutenzione degli stabili non mi hanno mai segnalato situazioni allarmanti o anche solamente anomale in quanto, come emerso in dibattimento – prosegue De Benedetti – i ripetuti e costanti monitoraggi ambientali eseguiti in azienda hanno sempre riscontrato valori al di sotto delle soglie previste dalle normative all’epoca vigenti e in linea anche con quelle entrate in vigore successivamente».
«È stato inoltre ampiamente dimostrato in dibattimento che la società non ha sicuramente acquistato talco contaminato da fibre di amianto fin dalla metà degli anni ‘70. Per tali ragioni, attendo di leggere le motivazioni di questa sentenza ingiusta ma presenterò certamente impugnazione in appello, fiducioso della mia totale estraneità rispetto ad accuse tanto infamanti quanto del tutto inconsistenti – conclude l’ingegnere – sono vicino alle famiglie dei lavoratori coinvolti, ma ribadisco ancora una volta che, durante la mia gestione, l’Olivetti ha sempre tenuto nella massima considerazione la salute e la sicurezza in ogni luogo di lavoro». (Adnkronos)
Il presidente del Gruppo L’Espresso: “Stupito e amareggiato”. E già pensa all’appello