Perseguitata dal presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, per i servizi su Rappler

Amal Clooney difende la giornalista Maria Ressa

George e Amal Cloney con la giornalista Maria Ressa

LONDRA (Gran Bretagna) – Amal Clooney, avvocato di spicco nella difesa dei diritti umani, si unirà al team legale che difende la giornalista Maria Ressa, perseguitata dal presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, per i servizi pubblicati sul suo giornale on line Rappler. A renderlo noto, attraverso lo studio legale per il quale lavora, “Doughty Street Chambers” di Londra, è stato lo stesso avvocato britannico-libanese sottolineando che “Maria Ressa è una giornalista coraggiosa che viene accusata perchè riporta le notizie e risponde agli abusi di diritti umani”.
“Perseguiremo tutti i rimedi legali disponibili – annuncia la signora Cloney – per rivendicare i suoi diritti e difendere la libertà di stampa e lo stato di diritto nelle Filippine”.
Amal Alamuddin Clooney lavorerà come consulente del team di avvocati internazionali che difende Ressa coordinandoli a Manila.

Rodrigo Duterte, presidente delle Filippine

Eletta giornalista dell’anno 2018 da Time Magazine, Maria Ressa, che quest’anno è stata già arrestata due volte, ha puntato l’indice contro Duterte ritenendolo il mandante dei procedimenti giudiziari nei suoi confronti, inclusi quelli in corso per diffamazione e presunta evasione fiscale. Procedimenti che, a giudizio della giornalista, non sarebbero altro che un atto di intimidazione per mettere a tacere la sua voce critica. Duterte, dal canto suo, l’accusa di produrre fake news per denigrare lui e il suo governo.
Entusiasta della decisione assunta da Amal Clooney, la giornalista Maria Ressa si dice sicura che, grazie all’avvocato e al suo team, sarà fatta giustizia sulle violazioni dei diritti perpetrate dal governo Duterte nei suoi confronti e di tutti i giornalisti critici nelle Filippine.
Da ricordare che Amal Clooney, nominato dal governo britannico inviato speciale per la libertà dei media, ha tra gli altri difeso anche i due giornalisti della Reuters, Kyaw Soe Oo e Wa Lone, incarcerati per 551 giorni in Myanmar e liberati il 7 maggio scorso. (giornalistitalia.it)

 

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