ALGERI (Algeria) – Un giornalista e un informatore algerini sono stati condannati in contumacia ad un anno di reclusione e al pagamento di 550 mila dinari da un tribunale di Orano. Lo ha reso noto il loro difensore di fiducia, Farid Khemisti.
Said Boudour, giornalista e attivista della Lega algerina per la difesa dei diritti umani (Laddh), e l’informatore Nourredine Tounsi, sono stati “condannati d’ufficio ad una pena detentiva”, ha scritto l’avvocato sulla sua pagina Facebook, precisando che “considerando che si tratta di una sentenza in contumacia, gli imputati possono opporsi al verdetto pronunciato”.
Boudour – che lavora per alcune testate on line ed è conosciuto per aver realizzato inchieste sulle detenzioni di massa e le deportazioni di centinaia di migranti dall’area sub sahariana – è accusato in particolare di aver “minato il morale dell’esercito con le sue pubblicazioni su Facebook”, “attaccato l’integrità del territorio nazionale”, “invocato la disobbedienza civile”, mentre il suo coimputato è accusato di aver intrattenuto rapporti di “intelligence con agenti di una potenza straniera e di aver divulgato segreti aziendali”, secondo media locali.
Le autorità algerine da mesi prendono di mira attivisti, oppositori politici, giornalisti e utenti di Internet, aumentando il numero di arresti, procedimenti giudiziari e condanne, al fine di impedire una ripresa dell’Hirak, il movimento di protesta anti-regime, “congelato” dalla crisi sanitaria. Secondo il Cnld, il Comitato nazionale per il rilascio dei detenuti, circa 90 persone sono attualmente incarcerate per fatti legati alle proteste popolari in Algeria, la maggior parte per aver postato messaggi anti-governativi su Facebook. (giornalistitalia.it)
“Ha invocato la disobbedienza civile”. Un anno di carcere e multa anche all’informatore