POLLONE (Biella) – “L’inventore del giornalismo moderno” è Alfredo Frassati, fondatore e direttore de “La Stampa”. Considerava l’informazione un impegno pubblico, strumento di crescita democratica e occasione di promozione sociale. Per lui, l’attività pubblicistica non poteva scindersi dall’esercizio – concreto e costante – della libertà di stampa e di pensiero.
A 150 d’anni dalla sua nascita, è stato ricordato, a Pollone, in provincia di Biella, suo paese d’origine.
La sua figura ha potuto essere tratteggiata nel corso di un convegno al quale sono intervenuti Marcello Sorgi, editorialista de “La Stampa” dopo esserne stato il direttore e il senatore Jas Gawronski, giornalista e nipote di Frassati. Poi: Nino Boeti (presidente del consiglio regionale del Piemonte) e lo storico Pier Franco Quaglieni, fondatore del Centro Pannunzio del quale, attualmente, è direttore generale. Nel corso del dibattito è emersa l’immagine di una figura poderosa con ricordi, emozioni e aneddoti. Dunque, un personaggio che ha saputo lasciare un impronta indelebile nella redazione.
Alfredo Frassati è stato avvocato, giornalista, ambasciatore e antifascista.
La sua vita da pubblicista è iniziata come corrispondente alla “Gazzetta Piemontese” (fondata nel 1867) che, in seguito ha acquistato (con un prestito di 80 mila lire).
Il giornale ha cambiato nome e, nel 1895, è diventata “La Stampa”. Lui, nuovo proprietario, è diventato il direttore responsabile. Nel frattempo, è stato nominato senatore (il più giovane del Regno d’Italia).
Fossati ha introdotto novità editoriali significative con alcuni supplementi alla tradizionale fogliazione ed è sempre stato attento alle tematiche sociali.
Un fatto importante, l’8 luglio 1924, quando è entrato in vigore il decreto fascista che, di fatto, aboliva la libertà di stampa.
La risposta di Frassati? È stata un editoriale di contestazione al provvedimento.
“Proprio in un momento in cui tutti toccano con mano i tristissimi effetti di un regime compressore di libertà, proprio oggi il governo si decide a colpire una libertà così essenziale come quella della stampa. Un colpo mortale”.
Con questo articolo Frassati ha firmato le sue dimissioni dal giornale.
Il regime non avrebbe tollerato a lungo un avversario così scomodo e inflessibile. Il quotidiano è stato venduto alla famiglia Agnelli proprietari a tutt’oggi. (giornalistitalia.it)