ROMA – “L’economia criminale per un giro d’affari di decine e decine di miliardi di euro prodotti ogni anno sta drogando l’economia del nostro Paese e ci sta mettendo a repentaglio”. Il giornalista Michele Albanese, consigliere nazionale Fnsi delegato alla legalità, a cui il 17 luglio 2014 la ’ndrangheta ha cambiato la vita e che da allora vive sotto scorta, ha lanciato un allarme chiaro nel corso del convegno “Giornalismo antimafia e libertà di stampa” organizzato, a viale Mazzini, dalla Direzione Comunicazione Rai in collaborazione con Rai Fiction.
Albanese richiama l’attenzione generale sulla necessità stringente di non sottovalutare i sordidi pericoli del momento, “le indicibili cose” che ha scoperto “cercando di capire come incredibili guadagni venivano riciclati”. Per questo si rivolge specificamente alla Rai: “Ci aiuti a fare luce”.
“Io – racconta – che ho sempre invocato la libertà, non accetto di essere sotto scorta, vivo male questo momento della mia vita. Momento drammatico anche perché siamo di fronte a un tipo di mafia che ha l’esigenza di riciclare montagne di soldi in attività lecite e così facendo droga il mercato. Occorre per questo fare di tutto per trovare paradisi fiscali, comprendere il ruolo delle banche, i contesti imprenditoriali collusi e quei pezzi di politica e di istituzioni che non hanno timore di stringere patti con le mafie”.
“Il rischio è sottovalutare la cosa e perdere la guerra. La Rai ci aiuti a fare piena luce”