I giornalisti del Gruppo Riffeser alla Camera chiedono anche un rappresentante nel Cda

Aiuti statali solo agli editori che investono

ROMA – Diritto di nominare un rappresentante della redazione nel Cda delle aziende editoriali; disporre che qualsiasi futuro sostegno finanziario, venga condizionato all’obbligo di reinvestire in formazione e tecnologia digitale. Sono le due richieste che i giornalisti del Gruppo editoriale Riffeser (Qn, Quotidiano.net, Il Resto del Carlino, La Nazione e il Giorno), hanno rivolto al Parlamento  in una conferenza stampa alla Camera.

Andrea Monti Riffeser

L’appello è stato raccolto dal deputato Stefano Fassina (Leu) e dal senatore M5s, Primo Di Nicola, che hanno in primo luogo preso atto della necessità di rimettere mano alla legge 416 che disciplina il ricorso ai finanziamenti pubblici per il risanamento, il rilancio delle imprese e l’accesso ai pre-pensionamenti nelle aziende editoriali.
«Abbiamo scelto questa sede – ha dichiarato Marco Girella, giornalista e componente del Cdr di Qn in una conferenza stampa a Montecitorio – perché ci troviamo in una situazione molto difficile, come tanti colleghi di altri quotidiani. Il nostro editore, presidente della Fieg, Andrea Riffeser, negli ultimi da anni ha messo in pratica una politica fatta di riduzione dei costi realizzati tutti a spese dei giornalisti e dell’Inpgi.

Stefano Fassina (Leu)

Tagli dei costi hanno significato, nel corso del tempo. 3 accessi alla legge 416, con prepensionamenti, solidarietà per 36 giorni l’anno, con taglio degli stipendi e minor presenza in redazione».
«Siccome il taglio dei costi – ha continuato Girella – per il presidente della Fieg è stata la principale forma di intervento nell’impresa editoriale nel suo gruppo e siccome si parla di come rilanciare un settore strategico per la vita democratica com’è la stampa, proponiamo alla politica di condizionare il rilascio di fondi e finanziamenti alla presenza di un rappresentante dei giornalisti all’interno dei Cda delle imprese editoriali. Cosa che noi abbiamo chiesto ma che il nostro editore ha respinto».

Primo Di Nicola (M5S)

«Questa presenza consentirebbe, non diciamo un dialogo paritario tra imprenditori e giornalisti ma almeno la possibilità riconoscere nei giornalisti una controparte. Chiediamo, inoltre, che qualsiasi futuro aiuto finanziario all’editoria venga condizionato all’obbligo di reinvestire in formazione dei giornalisti e in tecnologia digitale, altrimenti – ha concluso – non vediamo come si possa realizzare la riconversione da carta stampata al digitale». (adnkronos)

 

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