ROMA – “Un tema importante è quello della trasparenza da parte degli organi di informazione. Questa mattina c’è stata una iniziativa da parte del direttore dell’Agi, che è un’iniziativa di trasparenza, lanciata in occasione dell’apertura di questi Stati Generali, con la quale Agi dice in maniera aperta chi possiede la testata, ovvero l’Eni”. Lo ha affermato, ieri, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Vito Crimi, nella relazione di apertura dei lavori degli Stati Generali dell’editoria.
Crimi ha espresso apprezzamento per questa decisione “perché il lettore deve sapere chi possiede la testata. Anche Radio 24 lo ha fatto”.
Il riferimento di Crimi è all’iniziativa annunciata ieri da Agi a garanzia di trasparenza: essendo l’agenzia una società per azioni controllata al 100 per cento dall’Eni, ogni volta che si parlerà del Cane a sei zampe sul sito Agi questo legame sarà specificato.
“Non è una rivoluzione – scrive il direttore dell’Agi, Riccardo Luna, sul blog pubblicato sul sito – è la normalità nel giornalismo anglosassone (così come le scuse e il factchecking): se il Washington Post parla di Jeff Bezos ricorda al lettori che sta parlando del suo editore, e lo stesso fa il Time con Mark Benioff. Si fa così. Quando tenti, con fatica, di fare il giornalismo migliore, quando speri di essere considerato credibile da chi ti legge, si fa così e basta. E da oggi lo faremo anche noi. Sempre. Non ci sentiamo più bravi di altri facendolo. Non corriamo il rischio della sindrome dei primi della classe. Anzi. Questa cosa andava fatta molto tempo fa, ma come dice un noto proverbio africano, se non l’abbiamo fatto prima il momento migliore è adesso”. (agi)
Il sottosegretario Crimi plaude all’agenzia, ma per il direttore non è una rivoluzione