VIBO VALENTIA – “Una troupe della trasmissione «Gli intoccabili» de LaC, è stata aggredita, questa mattina, dai familiari di Andrea Mantella, in piazza delle Erbe a Vibo Valentia, nei pressi della rivendita di ortofrutta gestita dalla madre del boss recentemente pentitosi”. Lo riferisce la stessa emittente televisiva calabrese specificando che “la troupe, composta da Klaus Davi e da un coautore, stava interpellando proprio la madre di Mantella, recentemente dissociatasi dal pentimento del figlio insieme al fratello di Andrea, Nazzareno, e a nome di tutti i familiari”.
“La donna, che – spiega LaC – inizialmente stava per rispondere alle domande del giornalista, è stata poi allontanata dalle telecamere da due familiari prontamente intervenuti. Gli stessi hanno chiesto conto a Davi del suo operato, strattonandolo e colpendolo alla testa e al petto con almeno tre pugni. I familiari hanno allontanato il coautore, strattonandolo dalla telecamera”.
Secondo la prima diretta testimonianza raccolta da Il Vibonese, “nella concitazione del momento, nessuno dei presenti che hanno assistito alla scena sarebbe intervenuto in soccorso della troupe. Solo altri familiari degli aggressori, probabilmente le mogli, sono poi intervenute ad allontanare gli stessi”.
È stato lo stesso Davi ad avvisare dell’accaduto il questore Filippo Bonfiglio, che ha inviato sul posto una volante, seguita dal vice dirigente della Squadra Mobile Marco De Bartolis. Intervenuta anche un’autoambulanza che ha provveduto a trasportare Klaus Davi al Pronto Soccorso.
Immediata la reazione del direttore responsabile de LaC, Pasquale Motta, secondo il quale “l’aggressione al collega Klaus Davi è un atto gravissimo che non può rimanere senza conseguenze. Klaus Davi, infatti, svolge il suo lavoro di cronista, conducendo un format di inchiesta per LaC che, altro non fa che esercitare il sacrosanto diritto di cronaca, soprattutto, indagando giornalisticamente, potenti famiglie mafiose che condizionano il territorio calabrese”.
Pasquale Motta sollecita, quindi, le forze dell’ordine e le istituzioni giudiziarie a “colpire e perseguire gli autori di questo vile gesto criminale e violento finalizzato a tacitare il giornalismo scomodo”.
Francesco Cangemi